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Lo spagnolo Rodriguez racconta la guerra: «Quando le sirene suonano hai un minuto e mezzo per entrare nel bunker»

Il calciatore dell’ Hapoel Tel Aviv a Marca: «Ci hanno colto di sorpresa. Israele non sta combattendo contro la Palestina, ma contro il terrorismo»

Lo spagnolo Rodriguez racconta la guerra: «Quando le sirene suonano hai un minuto e mezzo per entrare nel bunker»
Palestinian militants attend the funeral of those killed in an overnight Israeli raid, in the occupied West Bank city of Nablus on October 25, 2022. Six Palestinians were killed in sweeping Israeli raids in the occupied West Bank, the Palestinian Health Ministry reported, in what the army said was an assault targeting the emerging "Lion's Den" armed group. RONALDO SCHEMIDT / AFP

José Rodriguez gioca nell’Hapoel Tel Aviv e oggi è atterrato in Spagna dopo essere scappato dalla guerra tra Hamas e Israele. A Marca racconta gli attentati, la paura e la fuga da un luogo che in questo momento è più vicino all’inferno.

«Tutto è iniziato sabato alle 5 del mattino. Gli allarmi hanno iniziato a suonare. Per questi casi abbiamo allarmi di emergenza in tutto il Paese. Essendo così presto, hai più paura. Se fosse stato in un momento diverso, forse non avrei avuto così paura, perché ci sei abituato. Sono lì da quattro anni. Ho vissuto situazioni complicate con i missili, ma mai niente del genere».

In Israele sembra normale rintanarsi nei bunker, perché di tanto in tanto cade qualche missile:

«Quando le sirene suonano in tutto il paese, a seconda della zona, hai un po’ di tempo per entrare nel bunker. Nella mia zona, che dista 60 km dalla Striscia di Gaza, hai un minuto e mezzo da quando suona l’allarme per entrare nel bunker. Non è nemmeno allarmante perché ti ci vogliono tre secondi per entrare nel bunker. E poi hai lo stesso tempo per andartene quando smette di squillare».

Come sempre a rimetterci sono bambini innocenti. Rodriguez ha provato a spiegare ai suoi figli quanto sta accadendo:

«Questa è la cosa più difficile e peggiore. Come spiegare ai bambini cosa sta succedendo? I miei figli se ne rendono conto, soprattutto i più grandi. Mia moglie è molto turbata perché vederlo non è la stessa cosa che viverlo. Sappiamo tutto quello che succede lì e mia moglie piange ogni giorno perché abbiamo molti amici».

Nel caos più totale della guerra, regna la disinformazione, a tutti i livelli. Lo denuncia anche il calciatore spagnolo:

«Stanno uccidendo le persone. Mi dà fastidio che ci sia molta disinformazione in Spagna e in altri paesi. Si dicono cose che non hanno molto senso. Persone che conoscono Israele. Il punto è che in Israele non sono morte delle persone, sono state assassinate. Non è lo stesso. Capisco che in alcune guerre muoiono persone innocenti e questo fa parte di questo. Ma prendere i bambini e decapitarli è un’atrocità senza nome».

Rodriguez chiarisce che gli attacchi hanno colto di sorpresa il paese:

«Cogliere Israele di sorpresa è molto complicato ed è successo. Israele non sta combattendo con la Palestina, voglio che si capisca, sta combattendo contro il terrorismo. Israele vuole porre fine al terrorismo, cosa che interessa a tutti noi».

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