Attualmente possono esserci otto stranieri in ogni squadra. L’obiettivo sarebbe portare il numero massimo a dieci.
Il campionato arabo potrebbe diventare sempre più europeo. Dopo il folle calciomercato estivo che ha portato tante stelle del vecchio continente in Arabia Saudita, la Saudi Pro League sta pensando di ampliare il numero di calciatori stranieri in ogni squadra. Secondo quanto riportato da Sportitalia:
“Presto in Saudi Pro League, campionato dell’Arabia Saudita, ci saranno dei cambiamenti. Si pensa ad aumentare il numero di stranieri per squadra, attualmente a 8, portandolo fino a 10 giocatori”.
Attualmente, a primeggiare in Saudi Pro League è il club dove militano Neymar, Milinkovic-Savic e Koulibaly, ovvero l’Al-Hilal. Segue l’Al-Ittihad, club di Benzema, mentre al terzo posto c’è Al-Taawon, unica squadra non ritenuta tra le big saudite. Sta facendo più fatica l’Al-Nassr di Cristiano Ronaldo e Brozovic, al quarto posto. Al sesto, invece, c’è l’Al-Ahli neopromosso, club che aveva mostrato interesse per Zielinski, ma che poi ha “rubato” Gabri Veiga al Napoli.
PRECEDENTEMENTE, IL NAPOLISTA SULLA CRESCITA DELL’ARABIA NEL CALCIO:
I titoli che dichiarano Neymar un “giocattolo dello sceicco” ricordano fortemente il cliché orientalista del ricco “sceicco del petrolio” che compra il calcio solo per divertimento, costantemente utilizzato nella copertura mediatica del Mondiale in Qatar. Ma c’è un’altra ragione. C’è un piano dietro le ingenti somme che l’Arabia Saudita sta investendo nel campionato nazionale. Un piano audace che non deve necessariamente avere successo, ma è ben pensato: è una dichiarazione di guerra agli europei. Nonostante tutte le nuove stelle, le squadre saudite resteranno indietro rispetto alla competizione europea nel prossimo futuro. Ma sfidarli in campo non è nemmeno il loro primo obiettivo. «Si tratta di costruire una lega al di fuori dell’Europa che sia almeno finanziariamente competitiva», dice Sebastian Sons, esperto del think tank Carpo e allo stesso tempo appassionato di calcio. «Si tratta di conquistare i mercati dell’Africa e dell’Asia, che oggi guardano più da vicino ai campionati europei, ma dove ci può essere una maggiore vicinanza emotiva con l’Arabia Saudita».