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Ibrahimovic e Helena: «Quando le ho chiesto di sposarmi mi ha detto che non ne aveva bisogno per stare con me»

A Piers Morgan: «A Guardiola gli ho detto di essere sincero con me e di dirmi le cose direttamente, ma lui non l’ha fatto»

Ibrahimovic e Helena: «Quando le ho chiesto di sposarmi mi ha detto che non ne aveva bisogno per stare con me»
Mg Bologna 23/10/2021 - campionato di calcio serie A / Bologna-Milan / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Zlatan Ibrahimovic

La lunga intervista del giornalista britannico Piers Morgan a Zlatan Ibrahimovic, nel celebre format Uncensored, ha già fatto il giro del mondo. Un Ibra senza freni, scatenato e deciso a parlare a ruota libera. Diversi gli argomenti trattati: il ritiro dal mondo del calcio, la famiglia, il rapporto con Mourinho ed in particolare con Guardiola. Tante le risposte senza peli sulla lingua da parte dell’ex calciatore svedese. Insomma, in perfetto stile Ibra.

La prima domanda è stata la più difficile, se non addirittura sofferta, per Ibrahimovic: il suo addio al calcio.

«Mi sono ritirato solo 3 mesi fa e l’ho accettato perché alla fine non mi sentivo bene. Avrei potuto continuare a soffrire fisicamente e proseguire in campo, ma volevo sentirmi bene e non volevo avere conseguenze sul mio futuro, dove magari finivo a zoppicare mentre faccio qualcosa con i miei figli… ho scelto di fermarmi e penso di averlo fatto nel momento giusto. Ma per essere onesto con te, quando vedo gli attaccanti là fuori, dico che potrei ancora giocare perché farei molto di più e molto meglio di loro. Potrei darti i nomi, ma dico… il 95% di loro. Penso di non aver più bisogno di sentire la folla intorno a me».

Ibrahimovic ha poi raccontato il suo particolare rapporto con Pep Guardiola, strappando un sorriso a Piers Morgan. Queste le sue parole sul tecnico spagnolo:

«Penso che Guardiola sia un grande allenatore. Ma oltre all’allenatore, c’è la persona. Ricordo che prima che andassi al Barcellona, i media dicevano che ero troppo diverso per quel contesto. Il mio errore è stato quello di voler entrare in quella mentalità per quello che sono io. Non potevo essere qualcuno di diverso. A Guardiola gli ho detto di essere sincero con me e di dirmi le cose direttamente. Ero lì per realizzare il mio sogno, ma lui non l’ha fatto. I primi sei mesi le cose sono andate benissimo. Poi gli ho detto che avevo bisogno del mio spazio per fare il mio calcio, cosa che non riuscivo più a fare dopo il cambio di posizione di Messi. Abbiamo parlato in maniera normale. La prima partita dopo il colloquio, panchina. Seconda partita, panchina. Terza partita, panchina. Io penso che Guardiola si sia sentito offeso dalla mia richiesta di giocare di più, che per me è ok. Quarta partita, panchina. E allora iniziavo a capire che ero in panchina per una situazione che si era creata per le persone vicino a lui, che avevano iniziato a interferire. Nel primo incontro che ho avuto con lui, mi ha detto che i giocatori non arrivavano al campo con la Ferrari, la Porsche o altre macchine di lusso. Poi sono arrivato al campo con la mia fottuta Ferrari e ho fatto in modo che lui vedesse la cosa dal suo ufficio. È stato un codardo perché non si è voluto confrontare direttamente con me».

Su Mourinho invece Ibrahimovic:

«Ho conosciuto Mourinho quando ha vinto la Champions League con il Porto. È venuto in Inghilterra e faceva un sacco di rumore, ma ha fatto anche tutto quello che aveva detto che avrebbe fatto. Non si tratta di arroganza, ma di fiducia. Lui ci crede davvero ed è schietto. Io sono così, se credo in certe cose lo dico e farò di tutto per riuscire a raggiungere i miei obiettivi. L’ho incontrato per la prima volta all’Inter ed è stato tutto diverso. Io venivo da Capello, uno della vecchia scuola ma molto duro da un punto di vista mentale. Mi distruggeva ogni giorno, mi buttava giù e mi tirava su ed è così che ha creato la mia mentalità in campo.Poi ho conosciuto Mourinho, aveva una mentalità dura ma ogni allenamento si faceva qualcosa di nuovo, non si ripeteva mai la stessa cosa. Divideva il campo in quattro aree e ogni cosa era nuova. Di fronte a tutti diceva: “Avete tutti una chance, ne avrete un’altra? No”. Ti fa sentire così forte che vai in campo e lotti per lui, fai tutto quello che serve per vincere. Come un maestro, come il suo background, ti motiva ad altissimi livelli. E come uomo è diretto, è un vincente, dice quello che pensa, ma prima di parlare si informa bene. Sapeva di me più cose di quanto ne sapessi io, prima di conoscerci. È forte».

Ibrahimovic ricorda anche Raiola. Un rapporto, quello stretto con il procuratore, che andava ben oltre il calcio. Queste le toccanti dichiarazioni dell’ex calciatore:

«La sua morte è stata una grande perdita, lo è tuttora, mi manca molto, oggi e per sempre. Non era solo un agente per me, era tutto. La mia carriera è iniziata il primo giorno che l’ho incontrato. Facevamo tutto insieme, condividevo tutto con lui. Era presente anche nella mia vita privata, gli presentavo una ragazza e gli chiedevo se potesse andar bene o no. Era coinvolto in tutto quello che facevo. Quando è scomparso per me il calcio è cambiato, non è più stato la stessa cosa».

Sull’«essere Dio» Ibrahimovic dice:

«Vuoi giocare con il fuoco? Sarò il tuo fuoco. Ma ti brucerai. Quando dico che sono Dio, pensi che stia scherzando?Non sto scherzando».

La parte più personale dell’intervista è quella in cui  Ibrahimovic parla di Helena

«Ho visto questa ragazza bionda, ero nella mia Ferrari e volevo sembrare figo. Ma anche lei aveva una macchina notevole. Ci siamo parcheggiati, io cercavo di atteggiarmi ma lei mi ignorava totalmente. Non era quello che volevo. Quando ero giovane erano timido, non mi sentivo come ora. Da dove vengo io c’erano altri tipi di ragazze, quindi quando sono arrivato in città e ho visto tutte queste ragazze bionde… Wow. Quando ho visto Elena ho pensato fosse davvero bella, ma mi ignorava. Non era ok. Conoscevo un suo amico e le mandavo dei messaggi, ma mi ignorava. Ma non ho mollato, e quando non ti arrendi ce la fai. Alla fine ho avuto una possibilità. La cosa divertente è che nel primo messaggio che le ho inviato ho scritto un messaggio mi sono firmato “the one with the Red one”. Quello con la Ferrari. Sapeva che ero io. Lei mi ha risposto “with the black one”, perché la sua macchina era nera. Da qui abbiamo iniziato a parlare e conoscerci, ma sono 11 anni più piccolo di lei. Quindi mi vedeva come un ragazzino immaturo. Era elegante, sapeva cosa faceva e cosa voleva. Ci siamo frequentati per due anni. Poi quando mi sono trasferito in Italia le ho detto che era il momento di metterci insieme, se non avessimo provato non lo avremmo mai saputo. Ha avuto tanta pazienza con me, io ero giovane e scatenato. Ma anche a causa dell’età è qui con me ora. È stata più matura, paziente. Oppure ha visto un investimento in me (ride, ndr)»

Ha pensato che avrebbe potuto domare la bestia:

«Può essere, la differenza di età ha fatto la differenza. Poi inizi a conoscerti. Ogni tot di tempo cresci, cambi»

Però non sei sposato:

«No, perché non voglio perdere il 50% delle mie cose (scoppia a ridere, ndr). Sto scherzando, sto scherzando. Seriamente, le ho chiesto di sposarmi. Ma mi ha detto di no (ride, ndr). È forte, eh? È successo un paio di anni fa. Le ho detto: “Dopo 20 anni meriti di diventare mia sposa”, mi ha detto: “Non ho bisogno di sposarti per stare con te”. È forte, molto forte»

Come ti sei sentito? «Se fai una cosa del genere guadagni ancora più rispetto da parte mia, non ho bisogno di vincere ogni volta»

Glielo chiederai nuovamente? «No. Ha avuto la sua occasione, non ne avrà un’altra (ride, ndr). Ma ha avuto due figli da me, è una cosa ancora più importante che essere sposato».

È vero che le hai detto che non avrebbe avuto niente come regalo per San Valentino perché aveva già Zlatan?

«Sì, ma non è successo con lei. Era con un’altra ragazza. Se l’avessi detto ad Helena sarebbe andata via di casa (ride, ndr). Ho detto quella cosa quando avevo tantissima attenzione su di me, tanta adrenalina, ero sempre in tv o sui giornali. Quindi avevo fatto questa proposta di fidanzamento, ero gasato. Ma non avevo capito bene cosa significasse: bisognava sposarsi entro un anno dalla proposta. Ma non volevo sposarmi. E così ho detto quella frase in un’intervista. Quando mi hanno detto che dovevo sposarmi entro un anno allora ci siamo lasciati. Non l’ho fatto per sposarla, ma per sentirmi vivo. Però capiscimi, ero giovane. Ad Helena comunque non importa. Mi ha detto che non ha bisogno di sposarmi per dimostrare che stiamo insieme. Abbiamo due figli e non c’è bisogno di un foglio di carta per dimostrare che stiamo insieme»

 

 

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