All’evento “Dialoghi sul talento” a Cuneo: «Messi l’ho visto in allenamento, nelle difficoltà, è il più forte. Il Barcellona mi ha sempre sostenuto, al di là del risultato».
Pep Guardiola, tecnico del Manchester City, ha parlato all’evento “Dialoghi sul talento” svolto a Cuneo del passaggio da giocatore ad allenatore:
«Sono andato molto bene ad allenare la seconda squadra a 37 anni. Avevo una partita a settimana, ti dà una mano nel processo. Non ci sono conferenze, media. Primo: mi piaceva. Secondo: allenare i ragazzi di 17-18 anni è lo stesso. Anzi no: Messi ti fa vincere, gli altri no. Ma è lo stesso quando parli prima della partita e dopo l’allenamento, sono persone. Le cose fondamentali sono le stesse. Cambia un po’, ma il livello di calcio è lo stesso».
Sugli inizi al Barcellona:
«Ho avuto una fortuna: mi hanno scelto. Passavo di lì, avevo persone che avevano fiducia in me. Potevano scegliere qualsiasi altro allenatore del mondo e sarebbe stato più facile. Il successo dell’allenatore è passione. Ma non ho conosciuto un tecnico senza passione, senza lavoro. Giocatori straordinari. E’ una società ben organizzata, mi proteggevano al 100% al di là del risultato. Quando uno ha questo… Senza queste cose un allenatore non ce la fa. In questi anni non ho mica fatto un gol, parato un rigore. Posso dare un’idea. Alla fine la decisione è dei giocatori».
Guardiola su Messi:
«È il più forte che abbia mai visto. La prima impressione come l’ultima. Maradona l’ho visto ma Messi l’ho visto in allenamento, nelle difficoltà. Maradona ai suoi tempi sicuramente è stato più forte, ma, mi dispiace per tutti gli altri, lui [Messi] è un’altra roba».