“I rapporti tra i due e De Laurentiis non sembrano più idilliaci”. Giuntoli aspetta anche Pompilio. Ieri l’addio di Tognozzi capo scouting Juve
Giuntoli vuole portare nello scouting della Juventus Micheli e Mantovani, così scrive l’edizione odierna di Tuttosport. Alla Juventus ieri è stato l’ultimo giorno di lavoro di Matteo Tognozzi apprezzato capo scouting che è andato a fare il direttore sportivo al Granada.
I PIANI DI GIUNTOLI
Dopo aver sottoscritto un accordo quinquennale in estate, infatti, Cristiano Giuntoli sta prendendo gradualmente le redini dell’universo bianconero e, in questo senso, è prevedibile che ambisca – nel breve periodo – a contornarsi di alcune delle figure con cui ha lavorato in maniera più proficua nelle ultime stagioni. Figure come Pompilio, suo imprescindibile vice ai tempi del Napoli e collega fedele fin dall’esperienza al Carpi, o come Stefanelli, attualmente impegnato a Pisa dove ha rimpiazzato il dimissionario Kolarov.
MICHELI, MANTOVANI E IL FUTURO SCOUTING DELLA JUVENTUS
È evidente che il desiderio di Giuntoli sarebbe quello di tornare a formare la squadra che aveva portato a Napoli i vari Kvaratskhelia e Osimhen, Kim e Lobotka. E quindi quello schieramento che prevede ai posti di comando del settore Micheli e Mantovani, nell’ultima estate rimasti alle pendici del Vesuvio, lì dove però – qualche mese più tardi – i rapporti con patron De Laurentiis non sembrano più idilliaci come allora.
GIUNTOLI AL FESTIVAL DELLO SPORT
Il direttore sportivo della Juventus Cristiano Giuntoli ha parlato al Festival dello Sport dei suoi inizi, fino ad arrivare all’ingaggio dei bianconeri:
Sulla famiglia:
«Mio padre era proprio un fanatico della Juve. Io avevo più una visione a 360 gradi, lui era un grande tifoso. Mi manca un po’ la condivisione con lui di questi momenti. Sarebbe stato contento e orgoglioso ma anche un po’ preoccupato oggi. Nella mia famiglia sono tutti juventini: anche loro hanno il senso di responsabilità per questo club che amano».
Gli inizi da dirigente:
«A scuola ero bravo, non avevo molta voglia ma buona capacità di apprendimento. C’è un momento in cui uno deve prendere una strada e ho scelto il calcio. Mia madre non era così contenta ma poi scelsi la strada della passione. Stare sospeso per tanti anni e non essere né carne e né pesce, per la famiglia dava pensiero ma alla fine ce l’ho fatta. Come dirigente sono un aggregante per natura, già negli anni passati facevo gestione e poi me ne sono accorto. Per tutti ero un punto di riferimento naturale. Giusto che faccia sentire la mia voce e il mio volto perché rappresento un club importante ma non mi piace apparire. Voglio pensare più al noi: la parola Juventus inizia col “you” e finisce con “us”».
Lo scudetto vinto con il Napoli dopo 33 anni:
Giuntoli: «Lo scudetto è stata una grande soddisfazione. Quando siamo arrivati con Maurizio [Sarri] nel 2015 a Napoli c’era una buona squadra già. Abbiamo iniziato il primo ciclo lì, nel secondo ciclo poi abbiamo comprato altri giocatori. Abbiamo lavorato su uno spartito chiaro e poi ci ha dato soddisfazioni. Sono arrivati Meret, Mario Rui, Zielinski che ora sono dentro da tanto tempo. Luciano [Spalletti] è stato bravissimo ma anche Gattuso ha fatto un grande lavoro. L’anno precedente anche potevamo vincere ma l’infortunio di Osimhen e Di Lorenzo ci ha limitato un po’».
Su De Laurentiis:
«De Laurentiis lo ringrazio, con lui c’è stato un rapporto straordinario. Abbiamo lavorato costantemente ogni giorno. Mi ha insegnato tanto, forse anch’io qualcosa a lui».