Al Festival Sport: «Scudetto? Potevamo vincerlo anche un anno prima. Pensare al noi: la parola Juventus inizia col “you” e finisce con “us”‘»
Il direttore sportivo della Juventus Cristiano Giuntoli ha parlato al Festival dello Sport dei suoi inizi, fino ad arrivare all’ingaggio dei bianconeri:
Sulla famiglia:
«Mio padre era proprio un fanatico della Juve. Io avevo più una visione a 360 gradi, lui era un grande tifoso. Mi manca un po’ la condivisione con lui di questi momenti. Sarebbe stato contento e orgoglioso ma anche un po’ preoccupato oggi. Nella mia famiglia sono tutti juventini: anche loro hanno il senso di responsabilità per questo club che amano».
Gli inizi da dirigente:
«A scuola ero bravo, non avevo molta voglia ma buona capacità di apprendimento. C’è un momento in cui uno deve prendere una strada e ho scelto il calcio. Mia madre non era così contenta ma poi scelsi la strada della passione. Stare sospeso per tanti anni e non essere né carne e né pesce, per la famiglia dava pensiero ma alla fine ce l’ho fatta. Come dirigente sono un aggregante per natura, già negli anni passati facevo gestione e poi me ne sono accorto. Per tutti ero un punto di riferimento naturale. Giusto che faccia sentire la mia voce e il mio volto perché rappresento un club importante ma non mi piace apparire. Voglio pensare più al noi: la parola Juventus inizia col “you” e finisce con “us”».
Lo scudetto vinto con il Napoli dopo 33 anni:
Giuntoli: «Lo scudetto è stata una grande soddisfazione. Quando siamo arrivati con Maurizio [Sarri] nel 2015 a Napoli c’era una buona squadra già. Abbiamo iniziato il primo ciclo lì, nel secondo ciclo poi abbiamo comprato altri giocatori. Abbiamo lavorato su uno spartito chiaro e poi ci ha dato soddisfazioni. Sono arrivati Meret, Mario Rui, Zielinski che ora sono dentro da tanto tempo. Luciano [Spalletti] è stato bravissimo ma anche Gattuso ha fatto un grande lavoro. L’anno precedente anche potevamo vincere ma l’infortunio di Osimhen e Di Lorenzo ci ha limitato un po’».
Su De Laurentiis:
«De Laurentiis lo ringrazio, con lui c’è stato un rapporto straordinario. Abbiamo lavorato costantemente ogni giorno. Mi ha insegnato tanto, forse anch’io qualcosa a lui».
L’arrivo alla Juve:
Giuntoli: «Mi ha convinto la passione per questo club. Alla fine la Juve è sempre la Juve e torneremo a fare quello che abbiamo sempre fatto. Ci vorrà un po’ di tempo. Sicuramente è una sfida. Abbiamo fatto un progetto con la proprietà e il mister. Ci vuole rispetto per i tifosi e per chi viene a vedere le partite. Dobbiamo lavorare ogni giorno per riportare la Juve dove merita. Ci sono tanti ragazzi che dovranno portare i valori e i segreti della Juventus. Avere uno zoccolo duro degli italiani è sempre positivo, poi dobbiamo pensare anche a mercati esteri».
Sugli obiettivi dei bianconeri:
«L’obiettivo è sempre quello di vincere le partite. Poi da lì devono essere analizzate le gare: in una gara che non hai vinto ci sono delle cose che non sono andate bene. Se non prendi gol ma entri poco in area, vuol dire che sei stato anche fortunato. La squadra è molto più giovane dello scorso anno e quindi abbiamo preso più intensità. La volontà da parte di tutti è fare qualcosa di più: siamo paradossalmente contenti di quello che abbiamo fatto. Poi si può sempre migliorare: la strada intrapresa è quella giusta».
Sul mercato:
«Promesse per il mercato? Non è mai facile, a volte ci sono occasioni. Sono molto vigile e attento ma non posso fare alcuna promessa»