«Quando gli altri sono già a letto, vado in giro a pulire le candele, regolo le luci e mi assicuro che sia tutto a posto»
Beckham, la serie Netflix sulla vita di David Beckham, è in streaming dal 4 ottobre. Nel documentario in quattro episodi l’ex calciatore inglese parla di sé a 360 gradi con grande onestà. Un viaggio appassionante e introspettivo che rivela anche aspetti inediti della vita del grande campione inglese.
Beckham è stato (ed è tuttora) una superstar internazionale nonché forse il primo giocatore di calcio ad aver abbracciato il mondo delle partnership con i marchi. Diventando una celebrità anche fuori dal campo. Racconta, ad esempio, del grande trauma che è stato ritrovarsi improvvisamente, a 23 anni, l’uomo più odiato di tutta la Gran Bretagna dopo essere stato espulso dagli ottavi di finale dei Mondiali del 1998, espulsione che portò l’Inghilterra a perdere contro l’Argentina:
“Subivo abusi ogni giorno. Ovunque andassi la gente mi guardava male, mi insultava. C’era chi mi sputava in faccia! È stato difficile”
Il presidente dell’Inter Miami si mette a nudo davanti alla macchina da presa. Raccontando non solo i trionfi dentro e fuori dal campo ma anche i sacrifici, le rinunce e i fallimenti. Seguendolo nella sua casa di campagna mentre raccoglie il miele o filmandolo nell’immacolata cucina che l’ex calciatore pulisce meticolosamente ogni giorno. Dove David confessa di avere una sorta di disturbo ossessivo-compulsivo che lo porta a sistemare la casa in continuazione, a riorganizzare gli oggetti e riposizionare i mobili seguendo determinati schemi.
«Quando gli altri sono già a letto, vado in giro a pulire le candele, regolo le luci e mi assicuro che sia tutto a posto. Detesto alzarmi il mattino e trovare tazze, ciotole e piatti sporchi. Ma è faticoso dover pulire a fondo ogni singola candela. Sì, ho questa cosa con le candele: lo so, è strano»
Nelle interviste parla anche di come ha conosciuto la moglie Victoria. Lui l’ha vista in tv, mentre si esibiva con le altre Spice Girls, e ha detto: “La sposerò!“. D’altro canto anche Victoria aveva notato il numero 7 del Manchester United e, anche se non ama il calcio, andava allo stadio soltanto per vedere lui. I due raccontano di come, per sfuggire ai paparazzi, si nascondevano nei parcheggi.
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