Su La Stampa cita ed elogia Pierpaolo Marino. “Chi governa non può appoggiarsi sul consenso, altrimenti significa che sta governando male”
Il caso Gasperini e le accuse dell’ex atalantino Maehle. Ne scrive Mattia Feltri in prima pagina su La Stampa nella sua rubrica “Buongiorno”.
Feltri ricorda quel che scrisse Elias Canetti del direttore d’orchestra:
subito torna alla mente la sublime pagina in cui Canetti descrive nel direttore d’orchestra l’immagine del potere più drammatico: il direttore d’orchestra, come l’allenatore, esercita sugli orchestrali potere di vita e di morte, decide che una tromba tace e un violino suona, impartisce comandi indiscutibili. Non è con l’orchestra, è al di fuori come un allenatore è al di fuori del campo, guarda e dirige, piomba fulmineo su chi infrange la legge, e la legge è lui. “Vittoria e sconfitta – scrive Canetti – divengono le forme in cui si organizza il suo bilancio psichico”. Vittoria e sconfitta risiedono nelle sue scelte e nelle sue disposizioni: lui ne porterà la gloria o la colpa.
È un’allegoria della responsabilità. E non la responsabilità di un dittatore, perché il potere del direttore d’orchestra e dell’allenatore è temporaneo e sempre in bilico. E non per niente poi arriva l’ex direttore sportivo dell’Atalanta, Pier Paolo Marino e, per dirimere la contesa, aggiunge: “Chi governa non può appoggiarsi sul consenso, altrimenti significa che sta governando male”. Non deve piacere ai governati, deve portare a casa il risultato. Va bene: Gasperini premier e Marino vice.