Il quotidiano tedesco scrive: è il ct giusto per la Germania? Al Bayern venne salvato dai fuoriclasse. Il Paese è stufo delle sue sperimentazioni
La Germania non è impegnata nelle qualificazioni per i prossimi Europei essendo il Paese che ospiterà la manifestazione, ma, prima delle amichevoli con Francia e Giappone (stasera clamorosa sconfitta in casa per 4-1), in Germania ci si chiede se Flick sia ancora l’allenatore giusto.
Lo scrive La Faz riportando che, sebbene negli ultimi periodi la fiducia nel tecnico sia aumentata, come dimostrato da un recente sondaggio de il “Kicker” che ha chiesto ai lettori se avessero fiducia che Flick e i calciatori possano cambiare la situazione.
Ma il trend negativo pesa. Cinque sconfitte, tre pareggi, tre vittorie, contro Oman, Costa Rica e Perù, oltre alle delusioni sportive contro l’Ucraina (3-3), in Polonia (0-1) e soprattutto contro la Colombia (0-2). Per la partita contro la Francia a Dortmund sono stati venduti pochissimi biglietti.
Ora, scrive La Faz che “tutta Germania del calcio, dalla base fino probabilmente ai vertici della federazione, si chiede: Flick è ancora il ct giusto?”
Il tecnico viene accusato di aver sperimentato troppo senza essere riuscito riuscire a creare quella magia che ci si aspettava. Lo stesso Flick infatti, dopo il flop Mondiale e gli insuccessi di giugno aveva detto che il tempo delle sperimentazioni era finito “e che d’ora in poi voleva vedere una squadra con «l’immagine di sé». «Non ho più voglia di perdere le partite. Mi fa incazzare»”
La Faz prova a fare chiarezza sulla posizione del tecnico e a ricordare che i suoi tentativi nascono dalla necessità di rispondere all’instabilità precedente e di equilibrare la squadra tra punti di forza e di debolezza.
Del resto Flick è arrivato alla guida della Nazionale per i suoi successi ottenuti all’FC Bayern, ma non si deve dimenticare, sottolinea La Faz che lui ha fatto piccoli esperimenti e modifiche non appena arrivato, che sono andati così bene da non aver bisogno di farne altre dopo. Flick col Bayern “ha ottenuto forse la cosa più importante che si possa ottenere come allenatore: che i suoi giocatori non solo credessero in lui, ma avessero fiducia in lui. Dopo il periodo nero di Kovac, Flick non solo sembrava l’allenatore di questa squadra, ma un po’ il loro terapeuta”.
Ma non era tutto perfetto, il quotidiano tedesco spiega che “anche in questi mesi magici della carriera di Flick, si potevano scorgere errori. La sua squadra subiva costantemente quasi gli stessi gol. Vulnerabilità ben nascosta perché il portiere Neuer ha impedito abbastanza gol e l’attaccante Lewandowski ha segnato abbastanza gol”
Oggi pero Flick non ha un Lewandowski in Nazionale, e il fatto che dopo due anni di sperimentazioni non sia riuscito a creare una struttura stabile e nessuna gerarchia, fa di lui una sorta di eterno ricercatore.