Il serbo non convince del tutto gli inglesi, a causa della pubalgia. Il Chelsea offre non più di 20 milioni di conguaglio, ma la Juve non intende svenderlo
Lo scambio Lukaku-Vlahovic tra Juventus e Chelsea non è ancora in dirittura di arrivo. Ballano 20 milioni, scrive La Stampa. Una distanza ancora troppo ampia.
Se non si libera il posto di Vlahovic, la Juventus non può andare all’attacco per Lukaku. E al momento per il serbo offerte non ce ne sono.
“è stato corteggiato a lungo dal Manchester United, è diventato l’alternativa principale ad Harry Kane per il Bayern Monaco, è stato al centro di contatti concreti con il Psg, pure con il Real Madrid: alla fine però nessuna pista si è scaldata a tal punto da far arrivare un’offerta vera, giusta, alla Continassa. Allora per sbloccare l’affare Lukaku ecco che Juve e Chelsea han provato a risolvere insieme dei problemi in comune”.
La Stampa scrive:
“è sul prezzo di Vlahovic che le parti sono lontanissime. Perché alla Continassa è maturata ormai da tempo l’intenzione di vendere il suo numero 9, ma non di svenderlo: il mercato non ha proposto nessuno interessato ad accontentare la richiesta di 90 milioni, ma sotto quella di 70-80 bonus inclusi non si vuole scendere. E qui inizia la lunga, lunghissima trattativa con il Chelsea”.
“Nei pensieri del Chelsea, infatti, se un Lukaku ai minimi termini costa 40 milioni non può comunque valere la metà di Vlahovic. Che piace ma reca in dote anche diversi dubbi, specialmente da un punto di vista fisico con quello spettro pubalgia che non scompare mai del tutto”.
Il Chelsea ha fatto sapere “di non voler mettere sul tavolo un conguaglio superiore a 15-20 milioni, al netto del delta
Lukaku si parla di una proposta da 55-60 milioni. Quanto basterebbe alla Juve per evitare una minusvalenza, ma la soglia fissata da Cristiano Giuntoli è comunque ben più alta. E la distanza di (almeno) 20 milioni impone riflessioni, impone tempi lunghi. Perché la Juve vuole Lukaku e Lukaku vuole la Juve, ma deve essere Vlahovic a fargli posto: non a ogni costo, però. Almeno per ora“.