A Marca: «Ormai non si tratta più di un caso isolato o di calciatori sulla via del ritiro. Isco? Non ho bisogno di dare spiegazioni, ognuno è libero di dire ciò che ritiene oppurtuno».
L’ex direttore sportivo della Roma Monchi ha parlato a Marca del suo addio al Siviglia e del suo nuovo incarico come ds dell’Aston Villa:
«È stato un cambiamento molto importante nella mia vita. Ho lasciato un club dove sono stato praticamente tutta la mia carriera per un nuovo campionato e un nuovo club. Ci sono abbastanza strumenti per essere in grado di provare a costruire un bel progetto. C’è una buona base dall’anno scorso, dal momento in cui Emery è arrivato come tecnico. Dobbiamo sfruttare quella base e quella fiducia dello staff tecnico per sostenere il progetto e continuare a crescere».
Come cambia il tuo lavoro guadagnando di più?
«Dobbiamo chiarire. Non piovono soldi in Premier League. Ci sono anche club con problemi. Ci sono regole da seguire e regolamenti. Quello che stiamo cercando di fare è essere ambiziosi. Siamo in un club con una capacità di investimento maggiore di quella dei club spagnoli, ma non possiamo fare acquisti folli. Dobbiamo rispettare la Premier e la Uefa.»
L’emergere della Lega Araba l’ha colta di sorpresa?
«La verità è che penso che ci abbia presi tutti di sorpresa. Non ce l’aspettavamo. Sono passati un paio di mesi. Prima c’è stato un giocatore ad andare lì, Cristiano, poi Ruben Neves e ora vediamo Benzema, Kanté… Dobbiamo essere attenti perché se continuano con questa direzione il mercato si rivoluziona, perché siamo di fronte a un concorrente gonfia prezzi e salari in modo significativo. Dovremo vedere quale continuità avrà questa loro filosofia. Non si tratta più di un singolo giocatore. Non è più una questione di vecchie glorie. Bisogna vedere se c’è continuità».
Isco ha parlato molto male di lei:
«Ognuno di noi è padrone delle proprie parole e silenzi. Se ha ritenuto opportuno dirlo, ha le sue ragioni. Non ho mai guardato indietro. Guardo avanti e le persone che mi conoscono sanno come sono. Le spiegazioni devono essere date a coloro che non ti conoscono, la maggior parte della gente mi conosce non c’è bisogno di dare spiegazioni. Un giorno mi sono svegliato e ho visto che avevo 60 messaggi e mi sono detto: “È successo qualcosa”. Ero, però, talmente tanto preso dalle cose che mi stavano succedendo che non ho perso un secondo a pensare alle sue parole».