Al grido di “poca resa e tanta spesa” continua la campagna contro il traditore belga. Colpevole di “aver voltato le spalle” al club che voleva continuare a strapagarlo facendosi fregare
Continua il grande feuilleton dell’estate: la Gazzetta dello Sport contro il traditore Lukaku. Una campagna di stampa quotidiana che va avanti dal giorno del disvelamento dello scoop del Corriere dello Sport: mentre la Gazza annunciava dell’imminente rinnovo con l‘Inter, i concorrenti raccontavano la trattativa sottobanco con la Juve. Ne sono seguiti paginoni passivo-aggressivi, tutti i giorni, con punte di vero livore come sull’edizione di ieri. Oggi è il giorno dei numeri.
La Gazzetta snocciola le cifre dell’“anno ricco di Romelu“. Sommarietto: “Poca resa e tanta spesa“. Nella pagina di fianco c’è il pezzo che riesuma dal web la “rivolta” dei tifosi della Juve. Non lo vogliono nemmeno loro.
I numeri, dicevamo. Per la Gazzetta “quella che si è conclusa meno di due mesi fa, sotto il profilo degli infortuni (3), dei giorni trascorsi in infermeria (oltre 90) e delle partite saltate (18) è stata la peggior stagione della carriera di Romelu Lukaku. E il conto, assai salato, lo ha pagato l’Inter che gli ha corrisposto oltre 5.500 euro per ogni minuto che l’attaccante in prestito dal Chelsea è stato in campo in gare ufficiali“.
Il sottotesto, anzi in sovrimpressione, è l’ingratitudine di Lukaku.
“I numeri Nel 2022-23 nerazzurro di Big Rom ci sono molte delusioni e poche gioie. In tutto ha segnato 14 reti, meno della metà rispetto alle 34 del 2019-20 e alle 30 del 2020-21, le due stagioni in cui aveva alla Pinetina il “maestro” Conte. La scorsa annata ha visto dalla tribuna o davanti alla tv a causa di problemi fisici 18 incontri, mentre 2 li ha spesi interamente in panchina per scelta tecnica. In tutto ha collezionato 37 presenze (“solo” 21 da titolare) ed è rimasto in campo 1.988 minuti ovvero il 59% dei 3.330 minuti che avrebbe potuto giocare se avesse iniziato e concluso tutte le “sue” 37 gare. La percentuale, però, scende ancora di più (al 38% per la precisione) se si considerano i minuti totali della stagione nerazzurra (5.160 in 57 match ufficiali)”.
Il costo dell’operazione ritorno di Lukaku all’Inter è definito “esorbitante” – fa niente che lo stesso giocatore venduto un anno prima al Chelsea per un centinaio di milioni ritorna in prestito… – e ovviamente viene intestato al giocatore, mica al club. E’ il pacco che fa il pacco.
“Calcolatrice alla mano, all’Inter Big Rom è costato 5.533 euro ogni minuto che è sceso in campo. Un’enormità. E nonostante tutto ciò, la dirigenza di viale della Liberazione era pronta ad acquistare il suo cartellino mettendo sul tavolo 35 milioni e confermando all’ormai ex numero 90 lo stesso stipendio. Niente da fare: il Gigante di Anversa ha preferito voltare le spalle all’Inter e alla sua gente“.
L’Inter, evidentemente buggerata (le cifre non mentono, no?) era disposta a farsi buggerare ancora. Ma quell’irriconoscente d’un pacco tradisce per andare a fare pacchi altrove. E invece di ringraziare si incazzano. C’è qualcosa che non torna, qui. Presi dalla foga di bullizzare Lukaku, in Gazzetta non si sono accorti che stanno facendo passare l’Inter per Decio Cavallo, che comprava la Fontana di Trevi da Totò.