L’omaggio tedesco: “in Galizia quando entrò in un ristorante, le persone si alzarono in piedi. Nessuno ha mai dimenticato cosa fece per loro”
La morte di Luis Suarez. Lo ricordano, ovunque anche in Germania. Scrive la Süddeutsche Zeitung:
Luisito Suárez è rimasto l’unico spagnolo della storia a ricevere il Pallone d’Oro, il Pallone d’Oro per i migliori giocatori in Europa. Nonostante Xavi, Iniesta, Casillas. Suárez ha vinto il titolo nel 1960; in un momento in cui il calcio europeo era dominato dal Real Madrid.
Alfredo Di Stéfano lo chiamava “el arquitecto”, l’architetto.
Scrive la Süddeutsche che avrebbe meritato il Pallone d’oro anche nel 1964 dopo la vittoria dell’Europeo con la Spagna.
France Football lo diede scozzese Dennis Law. “Una rapina!” disse Suárez anni dopo. Che tipo di giocatore fosse lo dimostra anche questo: France Football aveva pensato di donare un premio per il miglior giocatore del decennio alla fine degli anni ’60. Un Pallone d’Oro speciale, per così dire. Ci sarebbe stato un solo candidato vincente, in base alla somma dei punteggi nelle elezioni del giocatore dell’anno: Luis Suárez, che era “metà ballerino, metà torero” come scrisse il leggendario giornalista italiano Gianni Mura.
La campagna divenne la sua casa, anche se i suoi occhi malinconici rivelavano che gli mancavano l’odore del mare della Galizia e i frutti di mare che si faceva inviare in Italia dagli amici. In Galizia di recente le persone si alzarono dai tavoli quando il loro Luisito entrò nel locale. Nessuno avrebbe mai potuto dimenticare che per quasi un decennio, dal 1961 al 1970, aveva sempre offerto loro una via d’uscita. Fedele alle parole pronunciate una volta da Helenio Herrera: “Se non sai dove mettere la palla, dallo a Luis Suárez.