Alla Gazzetta. È stato in cura quattro settimane a Monaco di Baviera. «I tre turni in 24 ore? Non ho paura di farmi male. Meglio di una gara secca»
A un mese dai Mondiali di Budapest, parla Marcell Jacobs. Lo fa alla Gazzetta dello Sport che scrive:
Non sarà in gara fino a sabato 19 agosto, giorno della batteria dei 100 dei Mondiali di Budapest. Marcell Jacobs – una sola uscita nella stagione all’aperto, venerdì 9 giugno nella tappa di Diamond League di Parigi culminata con un anonimo settimo posto in 10”21, primo piazzamento da podio mancato dopo 32 mesi e 51 gare – è ancora costretto ai box.
Marcell, come sta?
«Meglio, vorrei dire bene. Lunedì riprenderò ad allenarmi a pieno regime e sarò più preciso, ma le sensazioni sono buone».
Può riassumere quanto fatto nell’ultimo periodo?
«Insieme al mio team guidato da coach Paolo Camossi, ho trascorso quattro settimane a Monaco di Baviera, l’ultima quella scorsa. Lì lavora il dottor Hans Wilhelm Müller-Wohlfahrt, che mi ha seguito giorno per giorno. Non che non mi fidi degli specialisti italiani, anzi. Ma lui è professionista riconosciuto a livello mondiale. Non faccio i nomi, però in quei giorni ho visto passare da lui cinque o sei attuali super big internazionali».
«Il fastidio tra gluteo e quadricipite che mi bloccava la schiena era figlio di una piccola compressione vertebrale che portava a un’infiammazione un po’ subdola del nervo sciatico, di non facile individuazione. Il dottor Müller mi conosce dal 2017: da allora, stagione olimpica a parte, per un motivo o per l’altro sono stato da lui tutti gli anni».
Le basterà il mese scarso a disposizione per essere al top?
«Un paio di settimane in più avrebbero fatto comodo, ma di solito entro in forma in fretta. Una gara preMondiali? Accelerare i tempi non avrebbe senso. Se devo rischiare, meglio farlo quando conta. Mi rifarò dopo».
Non teme i tre turni in 24 ore?
«Non ho paura di farmi male. E per adattarmi e carburare, saranno meglio di una gara secca. Proprio agli ultimi Europei sono arrivato dopo un lungo stop: ho chiuso con l’oro al collo».