Alla Gazzetta: «Rispetto allo scorso anno speravo di vedere più miglioramenti. È entrato in campo troppo timido. Ha avuto set point e avrebbe dovuto chiudere».
La Gazzetta dello Sport intervista Boris Becker. Commenterà per Sky Sport la finale di Wimbledon tra Novak Djokovic e Carlos Alcaraz. Becker dice di rivedersi in Alcaraz.
«Carlos mi ricorda di quando ero teenager e ho simpatia, rispetto e ammirazione per lui. Penso che vada riconosciuto il grande lavoro di Juan Carlos Ferrero, ha creato una condizione perfetta per farlo crescere».
Per Becker, ad ogni modo, è favorito Djokovic, non fosse altro perché ha vinto Wimbledon 7 volte ed è alla quinta finale di fila. Di Djokovic dice:
«Fisicamente dimostra davvero dieci anni di meno. Il segreto della sua longevità è che lui vive per il tennis, per migliorarsi, lui respira tennis. Ogni mattina si sveglia cercando il modo di essere migliore del giorno precedente. È un grande esempio per tutte le prossime generazioni».
Becker lo ha allenato, vincendo con lui sei titoli dello Slam.
«È un periodo che ricordo con grande piacere perché ho vinto da coach invece che da giocatore. Ricordo soprattutto l’intensità del lavoro: Novak va a ogni torneo con una cosa sola in mente, tornare a casa col trofeo. Dunque grande pressione, tanto lavoro, ma anche tanto buonumore. Fuori dal campo Nole è una persona molto piacevole, divertente, con il senso dell’umorismo. Un uomo che ama profondamente la famiglia e segue la sua Fondazione con attenzione. In campo, però, non vede altro che la vittoria».
Becker parla anche di Jannik Sinner.
«Ho un grande affetto per Jannik, mi piace moltissimo come persona e spero che abbia una grande carriera. Se però devo fare il mio “lavoro” di analisi devo dire che è più lui ad aver perso la semifinale che non Novak ad averla vinta. Ha perso subito il servizio nei primi due set, è entrato in campo un po’ troppo timido, ed è una cosa che non puoi fare se giochi contro un grande campione. Ha avuto set point e avrebbe dovuto chiudere, invece ha commesso degli errori. Rispetto allo scorso anno speravo di vedere più miglioramenti, ma Jannik deve comunque essere orgoglioso del torneo che ha fatto».
E su Berrettini:
«Penso che la finale di Wimbledon di due anni fa, il successo e gli infortuni lo abbiano messo un po’ fuori fuoco. Ora ha rimesso il tennis in cima alle priorità e spero per lui ci sia un futuro ricco di successi perché lo merita».