Intervista al Foglio: «Al Napoli con Sivori fu un anno bellissimo. Ai Mondiali del 58 Pelè era già fortissimo, dopo la finale divenne una star planetaria»
José Altafini intervistato dal Foglio. Parla del Brasile, di Pelè, anche di Napoli.
“Al Napoli con Sivori fu un anno bellissimo. Trovammo subito l’intesa giusta. Arrivammo secondi e riportammo, dopo tanti anni, ottantamila persone al San Paolo. Vedere tutta quella gente, pazza di noi, fu una soddisfazione enorme”.
La saudade non è mai stata un problema?
“Gli italiani sono molto simili ai brasiliani. I napoletani, in particolare, sono praticamente uguali. Gol a parte, ho fatto qui la stessa vita che avrei fatto là”.
Era ai Mondiali del 58 col Brasile, quelli dell’esplosione di Pelè. Partì titolare
“Non avevo neppure 20 anni ed ero già campione del mondo. All’inizio ero io il titolare e feci in tempo a segnare in fretta e furia due gol. Sono stato il pioniere di quella squadra straordinaria, perché il primo gol brasiliano dei Mondiali del ’58 l’ho realizzato io. Poi, però, persi il posto il posto a vantaggio di Vavà. Allora si giocava in undici. La panchina non l’aveva ancora inventata e restai irrimediabilmente fuori”.
“Pelé era già fortissimo, ma non ancora famoso. Quella finale del 29 giugno 1958 fece da spartiacque. Prima era un ragazzo che dava del tu al pallone. Dopo un fuoriclasse riconosciuto a livello planetario. Nessuno ha mai giocato a calcio meglio di lui. È stato il più grande di sempre e sono convinto che non potrà mai essere eguagliato”.