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Laporta: «Collego il caso Negreira al fatto che non abbiamo firmato con Cvc»

A Tv3: «LaLiga ci ha detto che se non avessimo firmato ci avrebbe reso le cose più difficili. Noi abbiamo detto di no e ci hanno messo la croce»

Laporta: «Collego il caso Negreira al fatto che non abbiamo firmato con Cvc»
Barcelona's President Joan Laporta addresses a press conference at the Camp Nou stadium in Barcelona on April 17, 2023. (Photo by LLUIS GENE / AFP)

Il presidente del Barcellona, Joan Laporta, ha rilasciato alcune dichiarazioni nel corso del programma “El Factor Clau”, su Tv3. Laporta ha collegato il caso Negreira con la mancata firma del Barcellona con il fondo Cvc.

Laporta ha chiaramente accusato LaLiga di aver deciso di punire il Barcellona orchestrando una campagna contro il club, cosa che aveva promesso ai tempi dell’accordo con il fondo, quando Tebas aveva promesso che, in caso di mancanza della firma, per il Barcellona sarebbe stato tutto più difficile. Laporta ha anche ribadito che non c’è nulla di male a chiedere il consiglio di un arbitro, che non è reato, anche se la cosa è un po’ sfuggita di mano. Ciò non toglie, ha detto, che si tratta di una campagna orchestrata ad arte.

«Collego il caso Negreira al fatto che non abbiamo firmato con Cvc, per fortuna, perché ha ipotecato il Barça per 50 anni. È un fondo che ha trattenuto il 10,95% dei diritti televisivi dei club. È una campagna contro il Barça. Avere un consiglio arbitrale non è un reato. Il Barça non ha mai comprato un arbitro, al di là del fatto che forse non valutiamo abbastanza cosa significava che il figlio di un ex arbitro ci ha dato dei consigli. Questo è sfuggito di mano, perché c’è una campagna orchestrata».

Laporta ha continuato dicendo:

«una delle condizioni era che Tebas rimanesse, prima per 15 anni e poi per otto. Il suo stipendio raddoppia quello dei presidenti di banca. Ci hanno detto che se avessimo fatto questa operazione ci avrebbe dato il Fair Play, il 15%. Ci ha detto che se non firmavamo ci avrebbero reso le cose più difficili. Noi abbiamo detto di no e ci hanno messo la croce».

Laporta ha giurato di difendere gli interessi del Barcellona «fino all’ultima goccia del nostro sangue».

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