Simone ha architettato un sistema di marcature posizionali in base ai movimenti degli avversari, per esempio Brozovic si divideva tra Rodri e De Bruyne
Ieri sera la finale di Champions League a Istanbul. Il City ha vinto per 1-0 contro l’Inter, eroe della serata l’inaspettato Rodri. Ma complimenti anche all’Inter e a Inzaghi.
Ma, in Italia almeno, stupisce il lavoro tecnico e tattico preparato da Inzaghi e messo in campo dai neroazzurri. Per lunghi tratti il City ha palleggiato su e giù per il campo. Non ha trovato mai la via della verticalizzazione, salvo poche rare eccezioni (si ricordano in ordine il tiro Haaland nel primo tempo, il gol Rodrig e la giocata di Phil Foden).
Quindi merito agli sconfitti. Gazzetta scrive:
“Può essere che gli inglesi non fossero in serata di grazia, però sospettiamo, anzi siamo convinti che sulla “normalizzazione” del City abbia inciso il piano tattico-strategico di Simone Inzaghi. L’allenatore dell’Inter si è preso a Istanbul la vera laurea, il master che più conta. Ha banalizzato il Manchester delle meraviglie, lo ha narcotizzato con un atteggiamento fintamente remissivo, a lungo ha lasciato che il City palleggiasse e disegnasse le sue cornicette lontano dall’area, con Haaland isolato e fuori contesto come di rado accade“.
Ciò che ha colpito Guardiola, per sua stessa ammissione, è il pressing attuato dall’Inter:
“Inzaghi non è andato all’uno contro uno classico, con l’eccezione di Acerbi su Haaland. Inzaghi ha architettato un sistema di marcature posizionali, in base ai movimenti degli avversari. Brozovic si divideva tra Rodri e De Bruyne, Darmian tra Grealish e De Bruyne, finché il belga è stato in campo, questo per spiegare come molti interisti non “curassero” un dirimpettaio, ma difendessero per competenza territoriale e di movimenti“.
Il Manchester delle meraviglie non si è visto, o comunque si è visto molto poco rispetto alle aspettative. Vero che Inzaghi e tutta l’Inter meritavano almeno i supplementari per tutte le occasioni da gol create e sciupate. Ma, come un vecchio saggio disse, arrivare vicino conta solo a bocce.