Segurola: “Era un uomo di eccessi, vanitoso e amorale, ma aveva creato una squadra di giocatori irreprensibili, ascetici”
In una giornata in cui i giornali di tutto il mondo sono stracolmi di Berlusconi, a livello internazionale gli articoli di commento sul Berlusconi “sportivo” non sono tantissimi. Uno di questi è affidato dal Paìs al decano del giornalismo sportivo spagnolo Santiago Segurola, che scrive: “Il calcio, come lo conosciamo oggi, nasce a metà degli anni ’80, promosso da Silvio Berlusconi, imprenditore milanese che intravede le infinite possibilità politiche ed economiche di un gioco fino ad allora tanto popolare quanto campanilistico”.
“Né si capirebbe la politica attuale senza il precursore Berlusconi, ex presidente del Milan e poi presidente del Consiglio della Repubblica Italiana, creatore di Forza Italia negli anni ’90, proclamando sostanzialmente il calcio per il partito che ha demolito il vecchio sistema di equilibri nella politica italiana” .
Segurola scrive che Berlusconi ruppe gli equilibrio del calcio italiano quando “era nelle mani di famiglie numerose, proprietarie di aziende che instauravano una narrazione paternalistica con i loro seguaci”. Un’epoca in cui “la politica poteva intervenire nel calcio in modo più o meno diffuso, ma il calcio non era mai intervenuto nella politica. I grandi club erano un’estensione del ramo d’azienda che, nel migliore dei casi, poteva fa risplendere i loro proprietari e nel peggiore generare loro dei debiti, incorporati nei conti generali della casa madre”.
Segurola definisce Berlusconi “uomo di eccessi, vanitoso e amorale, dominatore di una squadra di giocatori irreprensibili, ascetici, guidati da Arrigo Sacchi, allenatore estremamente meticoloso, contrario allo stile italiano, articolato intorno a tre fenomeni olandesi: Gullit, Van Basten e Rijkaard. Quel Milan ha rivoluzionato il calcio, non solo in campo. La squadra andava in alberghi fino ad allora chiusi ai giocatori, i calciatori vestivano con completi delle migliori aziende italiane. La cittadella sportiva di Milanello era una mecca da visitare, un centro di allenamento con l’aria di un resort esclusivo. Berlusconi ha scelto il Milan. Ha creato un marchio di grande impatto che ha trasceso i confini del calcio”.