POSTA NAPOLISTA – Le frasi di Garcia sono frutto di una intesa programmatica con il presidente. Le due finali mancate sono demerito di Spalletti
Sintetizzo, senza alterare il senso, alcuni passaggi della conferenza di Capodimonte.
Dobbiamo partire a bomba e terminare bene.
Ci sono 25 calciatori in organico e bisogna utilizzare tutti.
Gioco in tutte le competizioni per vincere.
Userò il 4-3-3 ma, dato che ti studiano, dovremo essere pronti a cambiare per sorprendere gli avversari.
Bisogna dare spazio ai più giovani della rosa per farli crescere.
Parole di Garcia che sono frutto di una intesa programmatica con il presidente. Non potrebbe essere altrimenti. De Laurentiis ha ribadito che la Champions deve essere un vettore per pubblicizzare il marchio Napoli nel mondo; infine: «Devo ringraziare Spalletti per l’anno sabbatico, ho preso un allenatore che magari trasforma il violino in uno Stradivari».
Da tutto questo si deduce che il presidente è convinto (così come chi scrive) che la scorsa stagione si poteva fare di più. Le due finali di coppa erano ampiamente alla portata, come prevedevano gli allibratori. Non averle raggiunte è stato demerito di Spalletti, come riassunto nelle frasi precedenti. Quando De Laurentiis ha fatto presente al tecnico le sue doglianze Spalletti l’ha presa male e si è consumata la separazione. Tutto il contorno sono frasi di circostanza, ma già in occasione della presentazione del ritiro abruzzese il presidente si lamentò per l’indecorosa sconfitta casalinga contro il Milan e più in generale per l’ultimo bimestre in cui la squadra che aveva abbagliato l’Europa era scomparsa. La verità dei fatti bisogna leggerla tra le righe. Non è difficile.