Il difensore non ha i piedi del gigante norvegese, né il talento, ma lo ha marcato senza lasciargli troppo spazio e senza fare follie
Il giorno dopo la sconfitta dell’Inter in finale di Champions League contro il City, rimangono i complimenti per l’ottima prestazione fornita dai ragazzi di Inzaghi. Tra loro ce n’è uno che tanto ragazzo non è, che ha attraversato mille difficoltà, ogni volta sempre più difficili e che all’Ataturk di Istanbul aveva il compito più pesante della serata. Si tratta di Acerbi.
Il 35enne, perno difensivo della difesa neroazzurra, ha contenuto per tutta la sera il marziano Haaland, 23 anni a luglio. Fra lui e l’italiano ci sono 12 primavere. Nello scontro fra esperienza e spregiudicatezza della gioventù, ha vinto la prima.
Per Libero, Acerbi è l’eroe della serata:
“Hanno steccato un po’ i protagonisti più attesi nel primo tempo, bloccato e con poche occasioni. Di là, è uscito di scena quasi subito De Bryune per guai alla coscia e per gli inglesi non è stata una bella notizia. In mezzo a questa pletora di scintillanti campioni, ha giocato una partita intensa e priva di errori grossolani un ragazzo di 35 anni, proprio lui, Francesco Acerbi che ha avuto il compito più ingrato: quello di controllare come un poliziotto il gigante Haaland. Lo ha fatto come uno stopper degli anni ’70, senza lasciargli troppo spazio, senza fare follie“.
Chiaro che sul piano tecnico non c’è storia. Acerbi non ha i piedi del norvegese ma i problemi di salute avuti in passato e quelli con la giustizia sportiva hanno forgiato il carattere di un combattente. Arrivato dalla Lazio come riserva e non proprio accolto dal tifo nerazzurro, “Acerbi ha giocato la sua prima finale di Champions della vita. Lo ha fatto con umiltà, ben sapendo di non avere i piedi e neppure il talento delle tante stelle che erano accanto a lui sul prato dello stadio Ataturk. In un paio di occasioni ha fatto due chiusure decisive”.