“La festa sembra l’incoronazione di Re Carlo: glorificazione del potere statale e ostentazione di ricchezze sfarzose costruite sullo sfruttamento e sul saccheggio”
Mentre “sette club della Premier League questa stagione devono ancora vincere tre partite di fila il City ha appena vinto tre titoli di fila e la cosa più notevole è che sembra a malapena importarsene qualcosa. Come se fosse naturale, come l’acqua è acqua, come l’auto che si avvia quando giri la chiave nell’accensione”. E mentre il Manchester City va a prendersi il suo triplete il Guardian affida alla sua penna più affilata – Jonathan Liew – il compito di ricondurre la celebrazione di questa incredibile squadra al contesto: parliamo, scrive Liew, di un “club che ha costruito un’intera dinastia sportiva sul diritto di fare quello che voleva”.
Per cui quando parte la premiazione per vittoria del campionato Liew la paragona all’incoronazione di Re Carlo: un “altro evento dedicato alla glorificazione del potere statale e all’ostentazione di ricchezze sfarzose costruite sullo sfruttamento e sul saccheggio della terra”.
Non la manda a dire, il Guardian. E scrive: “Nulla qui è lasciato al caso. Per molti versi questo è l’ethos fondante del burattinaio di Abu Dhabi: la capacità di pianificare non solo la mossa successiva ma tutte le mosse successive, un’attenzione scrupolosa ai dettagli, la volontà schietta e la sfacciata sicurezza di rimuovere non solo gli ostacoli ma le cose che un giorno potrebbero essere ostacoli”.
E aggiunge che il City già adesso si preoccupa di autocelebrare la sua grandezza al di là del presente: “tentativi di commemorare i loro trionfi quasi in tempo reale, nelle statue di David Silva, Vincent Kompany e Sergio Agüero. Il presente è già stabilito; ora, a quanto pare, il City ha puntato a conquistare il passato e il futuro”.
“E qui, ovviamente, il terreno diventa più insidioso. C’è un’indagine sulla Premier League in arrivo: più argomenti per vincere, più campagne da pianificare. Arriveranno altri sfidanti e altre grandi squadre. Forse le generazioni future avranno una visione meno chiara della ricchezza che ha aiutato il City ad avere successo e del modo in cui è stata sequestrata. Nessuno, nemmeno i governanti autocratici, ha il pieno controllo della propria eredità. Alcune cose, come sempre, è meglio lasciarle ai posteri”.
Notazione a margine: facciamo abbastanza fatica a immaginare un giornale italiano che nei giorni della festa scudetto di una qualunque squadra italiana infilerebbe in pagina un editoriale così polemico. Quanto sanno essere guastafeste gli inglesi.