«Fummo noi calciatori a non voler andare in ritiro, Ancelotti ci diede supporto. De Laurentiis interpretò male quella posizione e quindi dopo un po’ lo mandò via. Carlo ha fatto tantissimo per lo spogliatoio del Napoli»
Nel corso della lunga intervista rilasciata a Tuttomercatoweb, l’ex difensore del Napoli, Nikola Maksimovic, ha affrontato diversi temi sul suo periodo in azzurro ricordando anche l’episodio dell’ammutinamento della squadra dopo la partita col Salisburgo e il diktat del presidente De Laurentiis di andare in ritiro
Arriva Ancelotti e tu trovi molto più spazio
“Io tornavo dalla Russia e lui iniziava la sua avventura a Napoli. Gli dissi: ‘Mister, sono reduce da due stagioni a Napoli che per me non sono andate bene. Facciamo il ritiro così tu vedi cosa posso dare e poi a quel punto decidi se posso essere utile per questo Napoli oppure no. Se tu pensi che non posso essere utile vado via in prestito, non ho problemi’. Mi rispose subito: ‘Nikola io so tutto di te e voglio che tu resti qui. Ti assicuro che giocherai in questa stagione e lo farai benissimo’. Dopo non mi disse più nulla, ma in quella stagione giocai tantissimo e tutte le gare più importanti. Lui poi ha visto una cosa che magari altri non avevano visto: mi schierò anche terzino, fu il primo a vedermi in quel ruolo. La fiducia che mi ha dato Ancelotti non me l’ha data mai nessuno”.
Vi siete sentiti responsabili per come è finita l’avventura di Ancelotti a Napoli?
“La decisione di non andare in ritiro fu nostra, il presidente parlò di ritiro punitivo ma noi giocavamo ogni tre giorni ed eravamo sempre in ritiro. Perché aggiungere altri 10 giorni di ritiro? Per noi le cose non andavano risolte così e quando dico noi non mi riferisco solo a Nikola Maksimovic ma a tutti quanti. Ancelotti vide il gruppo unito e ci diede supporto. De Laurentiis interpretò male quella posizione, pensò che Carlo si era schierato dalla parte dei giocatori e non dalla sua parte. E quindi dopo un po’ lo mandò via… A me dispiacque, veramente, una persona come lui non l’avrebbe meritato. Lui ha fatto tantissimo per lo spogliatoio del Napoli, per la gente che lavora lì. Non era colpa sua, ma nemmeno colpa dei giocatori…”
Pagò l’aver compreso le vostre motivazioni
“Carlo aveva un rapporto da padre e da amico coi giocatori e questo non piacque al presidente. In quell’anno e mezzo ho parlato tantissimo con Carlo, è davvero una splendida persona e quando mi diceva qualcosa era davvero così. E poi io per Carlo in quel momento potevo fare tutto”.
Puoi raccontarci esattamente cosa accadde dopo il pareggio col Salisburgo?
“Ancelotti venne nello spogliatoio e ci disse: ‘Ragazzi, il presidente vuole che andiamo in ritiro, cosa volete fare?’ ‘Non andiamo in ritiro’, la nostra risposta. Ma io andai subito dal mister e gli dissi che quella era una decisione della squadra e che lui col suo staff era giusto andassero in ritiro, non era giusto far ricevere una multa a persone dello staff che guadagnavano pochi soldi decurtando loro il 50% di uno stipendio o uno stipendio intero. Quindi loro andarono in ritiro e noi andammo a casa. Il giorno dopo scoppiò il casino con tanto di multa… Pensa che io sono stato tra i 3-4 giocatori che poi quella multa l’hanno davvero pagata perché gli altri o hanno rinnovato il contratto e l’hanno risolta al momento della cessione”.