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De Laurentiis sulla nuova Champions: «Follia, mette in pericolo la salute dei giocatori e le finanze dei club»

Nell’ultima intervista alla Bild: «La mia proposta potrebbe fruttare almeno dieci miliardi. L’Eca non rappresenta più i club, è un tutt’uno con l’Uefa che gestisce troppi soldi»

De Laurentiis sulla nuova Champions: «Follia, mette in pericolo la salute dei giocatori e le finanze dei club»
Napoli's president Aurelio De Laurentiis reacts during Napoli's training session at the Parc des Princes stadium in Paris on October 23, 2018 on the eve of their Champions' League football match against Paris Saint-Germain. (Photo by FRANCK FIFE / AFP)

Durante la lunga intervista al presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, che la Bild ha pubblicato qualche settimana fa, si parlava anche di Champions League. Oggi la sezione sportiva della Bild richiama quell’intervista e pubblica un estratto in cui De Laurentiis esprime il suo personale parere sulla riforma della Champions. La nuova riforma della Fifa entrerà in vigore dal 2024 e amplia il torneo a 36 squadre. Il numero di partite passa così da 125 a 225.

«È una follia, metti in pericolo la salute dei giocatori e le finanze dei club». Laconico De Laurentiis, che poi spiega.

«L’intero formato deve essere radicalmente cambiato. La mia proposta potrebbe fruttare almeno dieci miliardi di euro. Per questo dovresti ridurre i campionati nazionali, ad esempio a 16 invece di 18 o 20. Ciò ridurrebbe il carico dei primi sei club in ciascuno dei cinque principali campionati: Inghilterra, Germania, Spagna, Francia e Italia. Tutti contro tutti, una volta».

De Laurentiis richiama quindi il suo antico desiderio di vedere ridotto il numero di squadre in Serie A.

L’ultimo affondo lo fa sull’Eca, l’associazione dei club europei:

«L’Eca non rappresenta più i club come dovrebbe essere, è diventata tutt’uno con l’Uefa. L’Uefa gestisce troppi soldi. Ma chi mette su il circo, cioè noi discoteche, dovrebbe avere anche più soldi».

Questa mattina, del presidente del Napoli parlava Zazzaroni dal suo editoriale sul Corriere dello Sport:

Il dirigente più divisivo, visionario e imprevedibile del nostro calcio. Portato da sempre a volare altissimo per origini, formazione, frequentazioni e aspirazioni, DeLa sforna idee e controidee a getto continuo. Il low profile non fa proprio per lui, che sa guardare oltre le cose e i tempi. Talvolta troppo. Tutto suo è il modo di intendere i rapporti personali e di lavoro: è facile alle infatuazioni, ma anche a contrasti che nel giro di poco tempo sfociano nel divorzio. Possiede tuttavia una straordinaria capacità di recupero con chi ha chiuso male o malissimo. In Lega stringe alleanza, costruisce e abbandona tavoli, manda tutti affanculo, contrasta, strappa, riallaccia, caldeggia progetti (media company, piattaforme, fondi) che in seguito fa abortire. Pesa assai più dei colleghi. Tutti tranne uno”.

 

 

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