Il Corriere della Sera: «Bollito» era l’aggettivo più elegante. Risolve problemi, abbassa la pressione, sa trovare le parole giuste in tante lingue.
Carlo Ancelotti ha vinto l’ennesimo trofeo della sua carriera, il Corriere della Sera ricorda il trattamento che ha ricevuto in Italia (soprattutto a Napoli).
A ogni successo di Ancelotti, l’unico allenatore che ha vinto quattro Champions e lo scudetto in cinque Paesi diversi, sarebbe utile ricordarsi come è stato trattato in Italia prima di avviare il ciclo del Milan (quindi alla Juve) e dopo essere tornato in A carico di medaglie, quindi a Napoli: «Bollito» era l’aggettivo più elegante. «Deve sistemare il figlio» l’argomentazione più utilizzata, anche dopo la ripartenza con l’Everton. Invece Carletto ha sistemato di nuovo il Real, che sabato è tornato a vincere il Mondiale per club, dopo l’incredibile cavalcata europea. Il contratto con le merengues scade nel 2024, ma la Liga è già compromessa (il Barcellona ha 11 punti di vantaggio, con una partita in più) e Ancelotti sa meglio di tutti che durare a lungo con Perez non è facile. Dietro l’angolo, tra una smentita e l’altra, ci potrebbe essere la mitica Commissione Tecnica del Brasile, con una Coppa del Mondo da rivincere dopo 24 anni, gli stessi che sono intercorsi fra il 1970 e il 1994. Un’eternità. Ma Ancelotti risolve problemi, abbassa la pressione, sa trovare le parole giuste in tante lingue. E soprattutto è capace di andare sempre oltre le etichette, mettendo il calcio al centro di tutto.