A GQ: «Anticiparlo voleva dire correre un grosso rischio. Quando non sei il più veloce in pista cerchi di smuovere le acque per vedere cosa riesci a cogliere».
A poco più di un mese dall’inizio del Mondiale MotoGp, Marc Marquez si racconta in un’intervista a GQ del mese di febbraio. Sarà la prima stagione in cui Marquez non sarà più condizionato dall’infortunio al braccio che ha invece condizionato le sue ultime tre stagioni. Marquez ripercorre la sua carriera e il calvario dell’infortunio, che gli ha fatto pensare al ritiro.
«Penso che sia la prima volta in tanti anni che non partiamo da favoriti, non siamo nemmeno tra i tre o quattro favoriti per il titolo, vuoi per la mia situazione, vuoi per quella della Honda, che non sta vivendo il suo momento migliore».
Marquez continua:
«L’obiettivo che mi sono prefissato è la prima gara di marzo. Poi saprò qual è il 100% di questo braccio, che ovviamente non sarà il 100% di un braccio completamente sano, ma dobbiamo arrivare al punto che sia un braccio funzionale e perfetto per andare in moto, e penso che ci arriveremo, perché noto che va molto meglio».
Dal punto di vista mentale, però, assicura, non c’è alcun pericolo di cedimento.
«Cicatrici mentali non ne ho. Ho imparato che non devo correre dei rischi per affrontare una ripresa, ma continuerò a rischiare lo stesso in pista. Si è visto nelle mie ultime cinque gare, in cui sono stato veloce e sono stato quello che è caduto più volte, perché volevo andare dove la moto non andava. Prenderò sempre quel rischio, perché il giorno in cui smetterò di farlo comincerò a rallentare e poi sarà ora di tornare a casa».
Nell’intervista, Marquez ripercorre anche alcuni momenti degli anni precedenti la caduta di Jerez nel 2020. E richiama anche il duello con Valentino Rossi e quanto accaduto nell’ultima gara del 2015, quando avrebbe potuto regalare il titolo all’italiano se avesse superato Lorenzo.
«Non è che non volessi anticiparlo, ma anticiparlo significava correre un rischio molto grosso. Se mi chiedi cosa cambierei di quel 2015, penso che quello che cambierei è il modo in cui Valentino ha gestito la fine dell’anno, quando non sei il più veloce in pista cerchi di smuovere le acque per vedere cosa riesci a cogliere».
Marquez parla del ritiro a cui ha pensato dopo l’infortunio.
«Sinceramente non so nemmeno come ho fatto a vincere tre gare nel 2021, ma ancora meno mi spiego come sono riuscito ad arrivare quinto o addirittura quarto a Jerez all’inizio della stagione 2022. Perché non avevo la testa in gara, né la testa né il fisico».
Continua:
«Mio nonno era uno di quelli che mi spingevano a lasciare perché diceva che avevo già abbastanza per vivere, è molto diretto su questo, e io gli ho detto: “Nonno, ti prometto che all’omero è l’ultima operazione, ma fammi provare, perché c’è una soluzione e me la stanno dando. Fammi provare”. E l’ho fatto, l’ho provato e ha cambiato l’intero film».
Marquez conclude:
«La cosa di Jerez è avvenuta grazie alla mia mentalità e alla mia ambizione, ma tutto ciò che ho ottenuto dal 2013 al 2020 l’ho ottenuto anche grazie a quella mentalità e a quell’ambizione, quindi se prendi i 10 anni insieme, il bilancio è equilibrato».