Cazzullo: non è cattivo, ricostruisce villaggi in Indonesia. È idolatrato ma non amato. Ora lo trattano come se fosse una pippa, merita rispetto
Cristiano Ronaldo, sul Corriere della Sera un bel ritratto di Aldo Cazzullo.
E ora già spunta qualcuno a trattare Cristiano Ronaldo come fosse una pippa. Cristiano Ronaldo: non solo uno dei più grandi calciatori; uno dei più grandi campioni nella storia dello sport.
La forza di Cristiano Ronaldo, e nello stesso tempo il suo limite, è il narcisismo. E il narcisismo è una condanna alla solitudine.
CR7 non è cattivo. Anzi, chi lo conosce lo racconta come una persona dolce e generosa. Solo che il suo ego è misura di tutte le cose; anche della generosità. Vede in tv un orfano indonesiano con la maglietta del Portogallo tra le macerie di un villaggio devastato dal maremoto, e chiama il suo agente Jorge Mendes: «Jorge, presto, dobbiamo ricostruire un villaggio indonesiano devastato dal maremoto!».
E il bello è che lo fa: il villaggio indonesiano — isola di Sumatra, provincia di Aceh — è stato ricostruito; Madera ha un nuovo centro oncologico; i suoi compatrioti malati di Covid possono contare su 35 nuove postazioni in terapia intensiva pagate da Cristiano Ronaldo.
È idolatrato; ma non è amato. Ha 509 milioni di follower su Instagram, molti più di Messi, Nadal, Phelps, Bolt tutti insieme; ma la maggioranza dei portoghesi pensa che la Nazionale potrebbe fare a meno di lui. Infatti martedì sera se n’è privata. E quando il sostituto Gonçalo Ramos ha segnato il primo dei suoi tre gol, Ronaldo è stato l’unico a non alzarsi dalla panchina per correre ad abbracciarlo. Si è alzato e ha corso per il secondo gol, del suo amico Pepe.
Nonostante libri, docufilm e migliaia di articoli, CR7 resta un mistero. Si compiace di se stesso, e si commuove per l’inno portoghese. Lo danno per finito, ma a quasi 38 anni è in corsa per vincere — dopo l’Europeo — il primo Mondiale. Forse un po’ più di rispetto, dai portoghesi e da tutti noi che amiamo il calcio, lo merita.