Senza penalizzazioni in classifica o sanzioni penali, giusto una piccola multa del 3%. Sconfitti sia il ministro dell’Economia che dello Sport
Lotito più forte del governo, in Italia succede anche questo. Che un presidente di squadra di calcio, spalleggiato da altri colleghi che non hanno pagato le tasse, riesca a sconfiggere il governo, ben due ministri (Abodi e Giorgetti) e porti a casa una maxi-rateizzazione in cinque anni. Ne scrive il Fatto quotidiano.
L’altra novità riguarda il “salva-calcio”. Con ogni probabilità diventerà legge: la norma, che il Fatto è in grado di anticipare, prevede che le società di calcio indebitate potranno pagare tutto in comode rate nei prossimi 5 anni, senza penalizzazioni in classifica o sanzioni penali, con giusto una piccola multa del 3%. Esattamente ciò che voleva il presidente-politico Lotito, e che alla fine dovrebbe ottenere nonostante il veto di non uno, ma due ministri del governo.
Era diventata un’autentica telenovela, su cui il ministro dello Sport Abodi, ma pure quello dell’economia Giorgetti, si erano schierati contro, per ragioni di soldi e proprio di opportunità: un provvedimento letteralmente impresentabile agli occhi dell’opinione pubblica in tempi di austerity. In ballo c’è mezzo miliardo di versamenti Irpef e contributi sospesi nel corso del 2022 con la scusa del Covid: una maxi-cartella esattoriale in scadenza il 22 dicembre, che riguarda tutto il settore dello sport, ma è chiaro che i grandi debitori (e quindi i veri beneficiari della proroga) sono i club di Serie A.
Lotito ce l’ha fatta, scrive il quotidiano diretto da Marco Travaglio, “grazie alla copertura politica di Forza Italia e di Licia Ronzulli”.
L’impegno assunto dal governo è stato già tradotto in una modifica alla manovra, sulla linea dei desiderata del patron della Lazio, non di Abodi che avrebbe voluto una norma generica per tutte le aziende. A meno di ribaltoni dell’ultima ora, Lotito potrà festeggiare la vittoria più importante. Il 31 dicembre si pagano solo pochi spiccioli (un piccolo acconto di tre rate, il 5% del totale), il resto è tutto rinviato.