Il Messaggero racconta l’accordo segreto con i due senatori che fecero da mediatori con i compagni: recuperarono gli stipendi per altre vie
Ai senatori Giorgio Chiellini, Leonardo Bonucci e Gigi Buffon, che fecero da mediatori con i compagni di squadra nella manovra stipendi attuata dalla Juventus, il club riservò un trattamento di favore. Lo scrive Il Messaggero. L’accordo sugli stipendi, lo ricordiamo, fece passare per taglio delle mensilità quello che era in realtà uno spostamento ad annualità successive, per nascondere le perdite in bilancio. E mentre accordava condizioni più vantaggiose ai due senatori, la Juve cercava di “fregare” Cristiano Ronaldo. Il Messaggero scrive:
“Emerge che l’accordo, rivelato a metà dal management bianconero per nascondere le perdite dal bilancio, non riguardava allo stesso modo Giorgio Chiellini e Gigi Buffon, che contestualmente firmavano contratti “Ambassador””.
Maurizio Sarri, sentito dagli inquirenti, riferisce:
«L’accordo viene raggiunto a marzo-aprile 2020, l’intesa sulla riduzione viene formalizzata al rientro alla ripresa degli allenamenti a maggio 2020 e, poi, a luglio 2021, sono state firmate le integrazioni».
Sarri spiega che la proposta iniziale era arrivata da Agnelli e Paratici:
«In generale sono andati i senatori, i tre capitani, Chiellini, Bonucci e Buffon».
Chiellini, a differenza dei compagni, per i quali aveva fatto da mediatore, non aveva scritture private: i suoi stipendi furono caricati direttamente sul contratto di ambassador con la Juventus.
A verbale Chiellini riferisce:
«Mi era stato proposto un incarico da ambassador in cui inserire anche il corrispettivo delle due buste paga di
aprile-maggio 2021. Un contratto che andrà a partire da quando smetterò per tre anni. Le due mensilità sono state caricate lì e quindi ancora devo percepirle».
Buffon, sentito come teste, scrive Il Messaggero,
ha sostenuto che, nel corso della stagione 2019-2020, era arrivata la richiesta della società, mediata dal capitano Chiellini, di «non percepire una o 2mensilità» e che si era dichiarato d’accordo alla luce della sospensione dell’attività, non ricordando se, anche nei suoi confronti, una parte dello stipendio era stata «rimandata» all’anno
successivo. Dagli atti sequestrati, però, «si è accertato – sottolineano i pm – che l’integrazione spettante a Buffon (pari a un milione e 605mila euro) è “confluita” nel compenso previsto per il rinnovo contrattuale stipulato in data 25 giugno 2020. Buffon ha dichiarato di non aver aderito (confermando la natura individuale delle trattative) in quanto non vi era stata alcuna sospensione dell’attività sportiva»”.