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Guardian: in Brasile non perdonerebbero la Nazionale di Tite se perdesse contro la Corea del Sud

Nel Paese il calcio è vissuto in modo radicale. Finire secondi equivale a finire ultimi. Per un giocatore è difficile reggere la pressione

Guardian: in Brasile non perdonerebbero la Nazionale di Tite se perdesse contro la Corea del Sud
Doha (Qatar) 28/11/2022 - Mondiali di calcio Qatar 2022 / Brasile-Svizzera / foto Imago/Image Sport nella foto: esultanza gol Casemiro ONLY ITALY

In un lungo editoriale, l’ex calciatore brasiliano Juninho spiega al The Guardian la pressione che vive il Brasile in questa Coppa del Mondo. Il Brasile è obbligato a vincere contro la Corea. Finire secondi, nel Paese, equivale a finire ultimi.

C’è un’enorme passione per il calcio in Brasile e il modo in cui tutti nel Paese analizzano la nazionale è radicale, a volte semplicistico e spesso travolgente quando si tratta di criticare i giocatori e l’allenatore, facendo sembrare che il calcio sia molto facile per chi gioca, soprattutto se è un giocatore professionista. In Brasile sembra difficile accettare che il calcio, così come la vita, si possa evolvere.

Per questo motivo, la pressione che il Brasile avverte sulle spalle alla vigilia degli ottavi di finale contro la Corea del Sud è enorme.

Il fatto che stiano affrontando la Corea del Sud, che tutti pensano che dovrebbero battere, non fa che aumentare l’aspettativa e la pressione che il Brasile deve affrontare. Sarebbe stato diverso se avessero affrontato Portogallo o Uruguay.

La vittoria del Brasile contro la Corea è un’obbligo spiega Juninho al The Guardian

La vittoria contro la Corea del Sud, in Brasile, è vista come un obbligo e questo è un grande peso da portare per l’allenatore, Tite, il suo staff e i giocatori. Il problema più grande che la squadra debba affrontare, anche se è la migliore squadra al mondo, scrive Juninho.
Ciò non significa che i giocatori abbiano paura. Ovviamente no. Al contrario, non vedranno l’ora di farlo. Per raggiungere il livello in cui sono hanno dovuto lavorare molto duramente e superare molte, molte sfide. Sono giocatori professionisti ma – ed ecco il punto – inconsciamente saranno consapevoli che non possono permettersi di sbagliare. Questo può essere sufficiente per impedirti di prendere la decisione giusta nel gioco, per farti evitare di fare un passaggio con un solo tocco per paura di sbagliare. Da qualche parte il cervello ti dice: “Non puoi sbagliare!” che tu lo voglia o no.

Continua:

In Brasile un 18enne può fare il suo debutto professionistico con la sua squadra ed essere fischiato da tutto il pubblico al 15′ del primo tempo, solo per aver sbagliato un passaggio o qualcos’altro che sia dannoso per la squadra ed essere addirittura eliminato per la rabbia dei tifosi. Non tutti i giocatori non possono sopportare la pressione. In Brasile il secondo posto equivale a finire ultimo. Questo è un ambiente difficile per un giocatore e mette un livello molto alto nell’analisi della squadra nazionale. Lo rende molto, molto impegnativo.

Nel Paese c’è un'”ossessione alla vittoria”. Difficile sostenerne la pressione.

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