Sul CorSport. Anche se vincesse il Mondiale, potrebbe vedere Diego, forse toccarlo, ma non sostituirsi a lui. È la differenza tra campione e mito
“Maradona no. A costo di zavorrare l’illusione che si alza sul mondiale qatariota, e farla precipitare come una bugia, si deve dirlo. Messi non può raggiungere Diego. Anche se vincesse il mondiale, anche se si sbarazzasse di Modric e poi di Mbappé o di Hakimi, da solo e all’età in cui si medita il ritiro, da solo come un Ulisse tra modesti gregari, anche se tutto questo accadesse tra oggi e domenica, Lionel potrebbe vedere Diego, forse toccarlo, ma non sostituirsi a lui..”.
Lo scrive Alessandro Barbano sul Corriere dello Sport.
“Il murale ricomparso in questi giorni a Baires, che lo ritrae come l’Adamo michelangiolesco proteso verso la mano de Dios sulla sommità della Cappella Sistina, rispetta le proporzioni dell’incontro tra il campione e il mito”.
Messi è, come Diego, “un moltiplicatore di valore“, scrive Barbano, “quello che tocca, s’accende“. E’ diventato maturo, mandando in soffitta “l’irrisolutezza” che lo ha caratterizzato in tutta la sua avventura con la Nazionale.
“Ma non è casuale che il leader che ora avvista la Coppa abbia dieci anni di più del Maradona che la vinse. Messi può desiderare, e noi con lui, di ripetere le gesta di Diego. Può anche inventarsi una magia che somigli a quella serpentina sublime e ipnotica con cui il Pibe mise a terra l’Inghilterra. È difficile che gli riesca a trentacinque anni, anche se il suo repertorio di stupore è ancora infinito. Tuttavia, come ha spiegato lo scrittore argentino Martin Caparros, se a Maradona è riuscito di essere il più grande di tutti i tempi, a Messi può riuscire al massimo di essere come Maradona”.
Nulla di quello che ha fatto in carriera, compresa la difesa degli stipendi dei compagni del Barcellona, il divorzio dal club via fax e le lacrime successive o “la maglia sfilata ed esibita in segno di sfida al pubblico ostile del Santiago Bernabeu” lo avvicina “di un metro all’empireo del mito”.
“È la sorte di tutti i sopravvissuti al calcio dopo Diego, che siano atleti o semplici appassionati come chi scrive: godere di un buon remake”.