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Agnelli si presenta in Senato con l’ad della Superlega: «Il sistema calcio va cambiato, lo dico da tempo»

L’ex presidente Juve all’incontro organizzato dallo Juventus Club Parlamento: «La scelta delle dimissioni è avvenuta di comune accordo con Elkann».  

Agnelli si presenta in Senato con l’ad della Superlega: «Il sistema calcio va cambiato, lo dico da tempo»
Milano 07/07/2020 - campionato di calcio serie A / Milan-Juventus / foto Image Sport nella foto: Andrea Agnelli

L’ormai ex presidente della Juventus, Andrea Agnelli, ha partecipato ieri ad un incontro in Senato organizzato dallo Juventus Club Parlamento ed ha rilasciato le sue prime dichiarazioni dopo le dimissioni dal Consiglio di amministrazione del club bianconero. Con lui, scrivono oggi i quotidiani, era presente l’amministratore delegato di A22, la società che è alle spalle della Superlega, Bernd Reichart. Agnelli ha dichiarato:

«Resto il primo tifoso della Juventus e questa cosa non cambia nulla per programmi e obiettivi di squadra, una formazione all’altezza che può vincere qualsiasi cosa».

Agnelli ha poi sottolineato che

«la Juve è più grande di ogni uomo che la potrà mai guidare»

e che le sue dimissioni sono state

«una scelta assunta di comune accordo con John Elkann».

Il fatto che sia intervenuto alla riunione con l’ad di A22 potrebbe voler essere indicativo della sua permanenza nel mondo del calcio nell’ambito della Superlega. Del resto lui stesso, nella lettera ai dipendenti Juve, aveva dichiarato, due giorni fa:

«Continuerò a lavorare per migliorare il calcio».

Ieri, ai parlamentari di fede bianconera Agnelli ha ribadito:

«questo sistema vada cambiato perché non funziona e l’ho già detto nel 2019».

Questo il testo della lettera che, prima delle dimissioni ufficiali, Agnelli aveva inviato ai dipendenti del club bianconero.

Cari tutti,

Giocare per la Juventus, lavorare per la Juventus; un unico obiettivo: Vincere.

Chi ha il privilegio di indossare la maglia bianconera lo sa. Chi lavora in squadra sa che il lavoro duro batte il talento se il talento non lavora duro. La Juventus è una delle più grandi società al mondo e chi vi lavora o gioca sa che il risultato è figlio del lavoro di tutta la squadra.

Siamo abituati per storia e DNA a vincere. Dal 2010 abbiamo onorato la nostra storia raggiungendo risultati straordinari: lo Stadium, 9 scudetti maschili consecutivi, i primi in Italia ad aver una serie Netflix e Amazon Prime, il J|Medical, 5 scudetti femminili consecutivi a partire dal giorno zero. E ancora, il deal con Volkswagen (pochi lo sanno), le finali di Berlino e Cardiff (i nostri grandi rimpianti), l’accordo con adidas, la Coppa Italia Next Gen, la prima società a rappresentare i club in seno al Comitato Esecutivo UEFA, il J|Museum e tanto altro.

Ore, giorni, notti, mesi e stagioni con l’obiettivo di migliorare sempre in vista di alcuni istanti determinanti. Ognuno di noi sa richiamare alla mente l’attimo prima di scendere in campo: esci dallo spogliatoio e giri a destra, una ventina di scalini in discesa con una grata in mezzo, un’altra decina di scalini in salita e ci sei: “el miedo escénico” e in quell’attimo quando sai di avere tutta la squadra con te l’impossibile diventa fattibile. Bernabeu, Old Trafford, Allianz Arena, Westfallen Stadium, San Siro, Geōrgios Karaiskakīs, Celtic Park, Camp Nou: ovunque siamo stati quando la squadra era compatta non temevamo nessuno.

Quando la squadra non è compatta si presta il fianco agli avversari e questo può essere fatale. In quel momento bisogna avere la lucidità e contenere i danni: stiamo affrontando un momento delicato societariamente e la compattezza è venuta meno. Meglio lasciare tutti insieme dando la possibilità ad una nuova formazione di ribaltare quella partita.

La nostra consapevolezza sarà la loro sfida: essere all’altezza della storia della Juventus.

Io continuerò a immaginare e a lavorare per un calcio migliore, confortato da una frase di Friedrich Nietzsche: “And those who were seen dancing were thought to be insane by those who could not hear the music”.

Ricordate, ci riconosceremo ovunque con uno sguardo: Siamo la gente della Juve!

Fino alla fine…

Andrea

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