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Il Guardian: «Infantino voleva fare Jimi Hendrix a Woodstock, il Qatar lo ha confinato nei suoi alloggi»

“Chi è davvero Infantino? Blatter era vanesio, lui non si sa. È diventato l’uomo invisibile. Per ora la Fifa intasca 7,5 miliardi di dollari ma decide zero”

Il Guardian: «Infantino voleva fare Jimi Hendrix a Woodstock, il Qatar lo ha confinato nei suoi alloggi»
FIFA President Gianni Infantino applauds players ahead of the Qatar 2022 World Cup Group G football match between Switzerland and Cameroon at the Al-Janoub Stadium in Al-Wakrah, south of Doha on November 24, 2022. (Photo by Fabrice COFFRINI / AFP)

“Una groupie despota con gli occhi sbalorditi”. “L’essenza dell’avarizia umana distillata attraverso una serie di filtri, versata in un abito scuro e presentata sul palco con l’aspetto di un sindaco di provincia screditato con un segreto”. Così il Guardian descrive Gianni Infantino, prima di affondare ulteriormente: “Sono passati nove giorni da quando Infantino ha pronunciato il suo discorso di apertura della conferenza stampa, il suo Jimi Hendrix a Woodstock, il suo I Have a Really Horrendous And Deluded Dream. Nonostante tutte le sue qualità allucinogene, quel discorso suggeriva che il presidente della Fifa intendeva gestire questa Coppa del Mondo con severi ordini permanenti. Tuttavia, nei giorni successivi, Infantino è entrato in modalità invisibile. La stessa Fifa è sembrata emarginata. Un’organizzazione definita dalla follia del controllo, la sua tendenza ad assumere poteri quasi governativi mentre si libra sopra il suo ospite come un treppiede alieno, è diventata silenziosa”.

L’editoriale di Barney Ronay è durissimo. “In questo momento Qatar 2022 sembra meno il solito palcoscenico soft-power, più una specie di super-Davos in tempo reale, Yalta con una colonna sonora K-pop”.

Il Guardian scrive che in pratica la Fifa sta facendo la figura del galoppino del Qatar. “Nessuno mette Gianni all’angolo. Tranne, sembrerebbe, Hassan Abdullah al-Thawadi, amministratore delegato di Qatar 2022”.

“Iran e Qatar condividono il più grande giacimento di gas del mondo. Pensi davvero di avere il controllo? Il risultato finale è un pasticcio pericoloso e rancoroso. Fifa e Qatar sono sempre sembrate la soluzione perfetta, il perfetto padrone e stato-cliente”. Ma adesso “il Qatar sembra aver sopraffatto i suoi facilitatori, preso i controlli dell’astronave e confinato il capitano nei suoi alloggi”.

“La colonna sonora di Qatar 2022 è una glassa di speranza, amore, roba di We-Are-The-Dreamers, minata da un sottotono balbettante di rabbia e macro-rancore”.

“Infantino siede in cima a questo falò di avidità, vanità e potere dispotico come un manichino di Guy Fawkes con gli occhi sbalorditi, autorizzato a stare nella scatola VIP a sgranocchiare la sua mela caramellata per le telecamere”.

Più analiticamente Ronay scrive che “questo vuoto di leadership è importante al di là del semplice caos sul campo. Il primato incontrastato della Fifa, la sua crescita senza fine, non è scontato. Niente dura per sempre”.

“Chi è comunque questa persona? Il burattino nel guanto di un despota? Un pinocchio oleoso? Un dissimulatore molto competente, abbastanza intelligente da tenere un discorso che i media occidentali considerano deludente, ma che era anche perfettamente rivolto ai membri della Fifa che lo manterranno al potere?”

“Con Blatter c’erano le prove della semplice vanità umana, i sogni di un premio Nobel per la pace e così via. La domanda su cosa voglia Infantino è meno chiara. O ama semplicemente il potere, o quei poteri hanno un grado di influenza su di lui che non è immediatamente chiaro”.

Alla fine “la Fifa dovrebbe comunque incassare la cifra record di 7,5 miliardi di dollari da questo Mondiale. L’Arabia Saudita 2030 sembra diventare una possibilità ogni giorno di più. Ignora il rumore bianco. Tieni gli occhi sul bilancio. In ogni caso, il gioco globale non è mai sembrato così gestito e imbavagliato e allo stesso tempo così fuori controllo“.

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