Su La Stampa. Lo sponsor, una catena di supermercati, non pensava che i tedeschi avrebbero chinato il capo. La Germania denuncia la Fifa: «discrimina»
Fascia arcobaleno. La battaglia per l’arcobaleno, simbolo dei diritti Lgbtq+, sta agitando il Mondiale in Qatar. Ne scrive Giulia Zonca su La Stampa. In Germania uno sponsor ha abbandonato la Nazionale dopo che i tedeschi hanno chinato capo di fronte alla minima minaccia di un’ammonizione. E la Germania ha deciso di portare la Fifa in Tribunale.
In Germania una catena di supermercati, tra i foraggiatori della Mannschaft, ha salutato in anticipo la nazionale. Non vogliono avere legami con un evento che discrimina. Davano per scontato che Neuer avrebbe preso le distanze e quando le fasce si sono allentate e hanno lasciato cadere gli ideali disegnati sopra, hanno alzato i tacchi. La federazione tedesca ora vuole presentare una causa al tribunale dello sport, non contro lo sponsor, contro la decisione della Fifa: «Lede la libertà di espressione».
Sulla fascia arcobaleno è intervenuto il segretario di stato americano Antony Blinken:
«Quando si inizia a limitare delle libertà è sempre preoccupante, specialmente se a essere bloccato è un sinonimo di uguaglianza».
In Qatar è caccia a qualsiasi cosa somigli a un arcobaleno.
Le bandiere arcobaleno rientrano tra i materiali che possono essere visionati all’ingresso di uno stadio e vietate, ma non esiste norma che proibisca a un tifoso di entrare con un cappello multicolore.
Hanno provato a non far entrare allo stadio il cappello arcobaleno a Laura McAllister,
ex capitana del Galles, nella federazione, candidata al Fifa Council (per il posto in cui poi è stata confermata Evelina Christillin) e gay. Lei ha provato educatamente ed ostinatamente a tenere il punto davanti al personale di sicurezza, «hanno cercato di intimidirmi, poi qualcuno deve essere intervenuto, mi hanno fatta passare. Io comunque non avrei ceduto, è un simbolo troppo importante».