Aldo Grasso sul Corsera: Il miraggio di una medaglia annebbiava la percezione del disagio delle piccole ginnaste?
Lo scandalo della ginnastica ritmica italiana, con le accuse di ex nazionali che hanno denunciato vessazioni e umiliazioni da parte dei tecnici, soprattutto (e nn solo) nel rito del peso.
Oggi ne scrive Aldo Grasso sul Corriere della Sera. Si sofferma sul ruolo dei genitori:
Resta qualcosa, però, su cui interrogarci nel profondo. Dov’erano le famiglie di queste atlete? E la scuola? Il miraggio di una medaglia annebbiava la percezione del disagio delle piccole ginnaste? Forse una ragazza che pesa 38 kg dovrebbe destare qualche sospetto. Senza cadere in facili moralismi, ma non esiste anche una responsabilità genitoriale? Se si abdica al ruolo di madre e di padre, la guida dei figli passa di mano e altri si prenderanno cura (o non cura) di loro. Non assumersi responsabilità, lo dico a me stesso, è il modo migliore per non sentirsi mai in colpa.
La prima denuncia, su Repubblica, di Nina Corradini:
L’inferno della ginnastica ritmica. È un testimonianza agghiacciante quella di Nina Corradini, ex atleta della Nazionale, a Repubblica. Racconta l’inferno vissuto, con le vessazione subite per il peso, con le continue mortificazioni di un’allenatrice (sempre la stessa), Repubblica ha anche contattato la Federazione che però ha preferito non commentare.
«Mangiavo anche sempre meno – confessa – ma ogni mattina salivo sulla bilancia e non andavo bene: per due anni ho continuato a subire offese quotidiane». Umiliazioni verbali che Nina Corradini ha deciso di raccontare adesso, un anno e mezzo dopo che è riuscita a uscire dal «circolo vizioso», come lo definisce lei.