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“Tra tutti quei pullman parcheggiati da Mourinho non era facile per il Napoli”

Garanzini su La Stampa: quel lampo improvviso, facciamo quel rombo di tuono và, alla maniera davvero di Giggirriva. Nu babbà

“Tra tutti quei pullman parcheggiati da Mourinho non era facile per il Napoli”
Db Firenze 22/10/2022 - campionato di calcio serie A / Fiorentina-Inter / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Victor Osimhen-Chris Smalling

I pullman parcheggiati a Mourinho. Ne scrive anche La Stampa, dopo la Gazzetta.

“Il gol di Osimhen è nu babbà, alla Gigi Riva”. Firmato Garanzini per La Stampa. Il giornalista, che da sempre apprezza il Napoli, ne scrive sul quotidiano torinese.

Nu babbà. Servito in tavola da Oshimen, quando mancavano dieci minuti alla fine e la sensazione era che il controgioco di Mourinho l’avrebbe avuta patta, vinta no di sicuro, con il gioco di Spalletti. La Roma era entrata in area napoletana una volta sola, dopo pochi minuti, con Abraham: da lì in poi se n’era ben guardata.

Ecco il passaggio sui pullman parcheggiati da Mourinho.

Il Napoli qualche palla gol nella ripresa l’aveva comunque costruita, anche se non nella consueta quantità industriale: d’altra parte non è facile quando dalla trequarti in avanti devi districarti tra i pullman parcheggiati. Poi quel lampo improvviso, facciamo quel rombo di tuono và, alla maniera davvero di Giggirriva. A ribadire la sua attuale superiorità, frutto di un gioco di qualità superiore in cui chi gioca gioca, chi entra entra, fosse anche l’ultimo arrivato Gaetano che in uno spartito mandato a memoria sembra farla da corista ma senza rinunciare a provare l’acuto. Nu babbà. 

Di Osimhen ieri sul Napolista abbiamo scritto così:

Quando Osimhen ha sbagliato quel gol, in posizione Careca, i pensieri non sono stati i più benevoli. Sono quei gol che lui ancora sbaglia e che ancora gli impediscono di essere considerato un attaccante feroce. Pochi minuti e Victor ha segnato un gol più difficile. Alla Careca ma ancora di più alla Vialli. Forse alla Batistuta. Aveva un angolo strettissimo, poteva metterla giusto lì, appena entro il palo, nel lato corto della porta. E lo ha trovato. Perché Osimhen è un po’ l’incarnazione della canzone di Jannacci: “L’importante è esagerare” che peraltro recita: L’importante è esagerare. Sia nel bene che nel male. Senza mai farsi capire”. Sembra scritta per Osimhen.

Che fino al gol aveva comunque giocato una partita intensa e generosa. Spalletti ha basato su di lui il piano partita. Lo ha messo lì davanti a fare a sportellate con l’universo mondo giallorosso. Un ruolo non congeniale al nigeriano che non ama fare da raccordo. Non è Dzeko. Ma ha svolto il compito e lo ha fatto alla Osimhen. Ha portato a casa due ammonizioni, entrambe nello stesso modo: anticipando l’avversario. Non si è mai risparmiato. Mai.

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