Su Repubblica l’agghiacciante testimonianza di Nina Corradini: «Mi pesavo 15 volte al giorno. Prendevo lassativi, una volta sono svenuta»
L’inferno della ginnastica ritmica. È un testimonianza agghiacciante quella di Nina Corradini, ex atleta della Nazionale, a Repubblica. Racconta l’inferno vissuto, con le vessazione subite per il peso, con le continue mortificazioni di un’allenatrice (sempre la stessa), Repubblica ha anche contattato la Federazione che però ha preferito non commentare.
«Mangiavo anche sempre meno – confessa – ma ogni mattina salivo sulla bilancia e non andavo bene: per due anni ho continuato a subire offese quotidiane». Umiliazioni verbali che Nina Corradini ha deciso di raccontare adesso, un anno e mezzo dopo che è riuscita a uscire dal «circolo vizioso», come lo definisce lei.
Entrò in Nazionale di ginnastica ritmica a 15 anni, ora ne ha 19. È in cura da uno psicologo da un anno. Ricorda il giorno in cui ha deciso di mollare tutto: 14 giugno 2021.
«Per le allenatrici ero solo una pedina, non c’era rapporto umano. Non mi hanno mai chiesto come stessi». Nina quotidianamente veniva pesata con le altre compagne, «in mutande e davanti a tutti, sempre dalla stessa allenatrice», che segnava i dati su un quadernino ed emetteva il proprio giudizio: «Cercavo di mettermi ultima in fila, non volevo essere presa in giro davanti alla squadra L’allenatrice mi ripeteva ogni giorno: “Vergognati”, “mangia di meno”, “come fai a vederti allo specchio? Ma davvero riesci a guardarti?”
Il controllo del peso avveniva dopo la colazione: «Infatti per due anni non l’ho mai fatta. Ogni tanto mangiavo solo un biscotto, ovviamente di nascosto, mentre ci cambiavamo per l’allenamento». Nina non sapeva più come fare: «Mi pesavo 15 volte al giorno. Il lassativo mi disidratava e, non mangiando, non avevo più forze. Mi ammalavo, avevo poco ferro nel mio corpo. Una volta sono svenuta a colazione, ma le allenatrici mi hanno fatto andare lo stesso in palestra, pensavano fosse una scusa».
Non si capisce quale fosse lo standard di peso.
Non lo sa Nina: «Non ce l’hanno mai detto. Io pesavo sui 55 chili (per 175 cm di altezza ndr), ma l’allenatrice aveva sempre da ridire. Il cibo era diventato un incubo, pensavo alle conseguenze del mangiare determinati alimenti. Avevo imparato che di notte perdevo 3 etti e che un bicchiere d’acqua ne pesava 2».