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Alcaraz: «Nello sport non esiste il “prescelto”, si vince con la fatica e il dolore»

Su El Paìs: “Ora che sono il numero 1 ho paura di non essere all’altezza e deludere chi mi sta vicino. Se sono qui è anche per merito della mia psicologa”

Alcaraz: «Nello sport non esiste il “prescelto”, si vince con la fatica e il dolore»
2022 Londra (Inghilterra) - Wimbledon / foto Imago/Image Sport nella foto: Carlos Alcaraz ONLY ITALY

Non glielo tirano fuori, nemmeno ora che ha 19 anni ed è il numero al mondo più giovane della storia del tennis. La storia dell’eletto, del “prescelto” fa tanto effetto Matrix, ma è una retorica d’accatto. Carlos Alcaraz invece, detta da New York, ad una ristrettissima conferenza stampa a New York, un trattato d’etica del lavoro. La fatica, il sudore, il dolore persino. Ecco cosa c’è dietro il successo sportivo.

“Nessuno ti dà niente. Nessuno ti dà in un un attimo tutto quello che chiedi, le cose devono essere faticate. Penso che se sono riuscito a vincere uno Slam ed essere il numero uno al mondo, è grazie al lavoro che faccio da tempo insieme alla mia squadra. E non è stato un letto di rose, devi soffrire. Ho dovuto passare dei brutti momenti per arrivare a questo… E penso di non essere il prescelto e nessuno ha detto che sarò il migliore. Ci ho solo lavorato tantissimo”.

Il secondo passaggio interessante dell’intervista riportata da El Paìs è sulle paure, l’ansia da prestazione.

Come tennista, ora ho paura di deludere tutti, onestamente. E’ una delle mie paure. Deludere tutta la mia gente. Di non essere all’altezza di ciò che famiglia, amici e team pensano molte volte. Anche se ho raggiunto questo obiettivo, probabilmente ci saranno tornei in cui sono riposte grandi aspettative su di me e non sarò all’altezza. Intendo coloro che mi circondano. Ci sono molte persone che pensano e criticano, ma io ho paura di deludere chi mi circonda. Non so cosa ci si aspetta da me. Ci sono persone che dicono che non importa se perdo al primo turno o se perdo una finale, ma è un pensiero che ho dentro”.

Alcaraz dice di lavorare tantissimo con una psicologa: “Mi ha aiutato molto; anzi, penso che lei sia uno dei motivi principali per cui oggi posso essere il numero uno. Sono migliorato molto grazie a lei. È molto importante avere uno psicologo o un mental coach al tuo fianco, poiché il tennis è impegnativo settimana dopo settimana; per un anno intero devi essere mentalmente fresco, devi saper resistere alle pressioni, sopportare che tutti ti tengano d’occhio… Quindi è importantissimo saperlo affrontare e senza uno psicologo è impossibile o molto più complicato”.

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