Sul Mirror. Cristiano ha parlato con la donna al telefono. Lei lo descrive come «l’uomo più arrogante con cui abbia mai parlato» e ora vuole giustizia
Alcuni mesi fa, mentre usciva dal campo furioso per aver perso 1-0 contro l’Everton, Cristiano Ronaldo fracassò il cellulare di un fan, un ragazzino autistico di 14 anni. Poi si scusò con la madre, invitando il ragazzo all’Old Trafford per assistere ad una partita dello United, ma la donna, Sarah Kelly, rifiutò.
Il Mirror racconta che, il giorno dopo l’incidente, l’assistente personale di Ronaldo la contattò per offrirle la possibilità di incontrare Cristiano. Lei rifiutò e di tutta risposta si sentì rispondere:
«Ma sai chi è Ronaldo?».
Due giorni dopo la donna è stata contattata da Ronaldo in persona. Sarah lo descrive così:
«L’uomo più arrogante con cui abbia mai parlato. Mi ha chiesto se mi sarebbe piaciuto venire a incontrare la sua famiglia. Ha detto: ‘Non sono un cattivo padre ‘. Ho risposto: ‘Non ho mai detto che sei un cattivo padre’. Ha detto: ‘Ho avuto un terribile educazione, ho perso mio padre’, gli ho detto: ‘Tutti hanno una storia da piangere, Ronaldo, io ho perso mio padre da giovane e ho avuto il cancro. Continuava a chiamarmi Jack, non sapeva nemmeno il mio nome e io gli ho detto: ‘Mi chiamo Sarah’ e lui ha detto: ‘Oh, Sarah, mi dispiace. Non si è mai riferito a Jacob per nome, lo ha chiamato sempre ‘il ragazzo. ‘So che il bambino ha problemi’, ha detto. Gli ho risposto: ‘Lui non ha problemi, ha una disabilità, sei tu quello con il problema’. Ha detto: ‘Mi dispiace’, ma poi ha aggiunto: ‘Non ho fatto niente di male’. Ha detto di non aver ‘calciato, ucciso o colpito nessuno’. Allora gli ho risposto: ‘Quindi picchiare la mano di mio figlio e fargli male non fa male a nessuno?”. Mi ha chiesto cosa volevo da lui e ho detto: ‘Non voglio niente da te, la polizia se ne sta occupando’».
La donna ora è decisa ad intraprendere un’azione legale contro il calciatore e il club.
«Voglio vedere giustizia perché non ce n’è stata. Voglio che sia ritenuto responsabile per quello che ha fatto. L’unico modo per ottenere giustizia è continuare a combattere».