A Repubblica: «I calciatori di oggi? Sono più preparati di una volta, ma sempre di ragazzi si tratta. E con i ragazzi serve amore».
Maurizio Crosetti intervista, su Repubblica, Antonio Pintus, uno dei migliori preparatori atletici al mondo. Sta per compiere 60 anni, ha 4 lauree e tre Champions League con Zidane e Ancelotti. Tanti i tecnici che lo hanno voluto con loro. Oltre ai due già citati, anche Lippi, Vialli, Zola, Deschamps e Capello.
«Corro insieme al gruppo, faccio tutti gli esercizi con i ragazzi. Cerco di spingerli al limite e mi spremo anch’io, soprattutto in preparazione precampionato. Loro pensano: se Pintus corre così a sessant’anni, dobbiamo farlo pure noi. Io corro da una vita…».
Meglio allenarsi con o senza la palla?
«I ragazzi vogliono il giocattolo, però sanno dell’importanza di entrambi i metodi. Da circa quindici anni si è iniziato a integrare preparazione fisica e tecnica, esercizi con e senza palla, però per esperienza ho rilevato che gli infortuni possono aumentare, soprattutto se non si eseguono adeguate compensazioni. Non dimentichiamoci comunque che
la partita viene giocata con la palla».
Su Cristiano Ronaldo:
«Lui è un mostruoso atleta innato, un fenomeno della natura che però coltiva il suo dono con sacrificio e dedizione inimmaginabili, qualità che si sposano con la mia filosofia professionale: uno stimolo importante per me».
Su Benzema:
«Somiglia a Cristiano, l’ho trovato molto cresciuto da tutti i punti di vista, tanto che lavora sempre ed effettua trattamenti fisioterapici supplementari a domicilio. Un ragazzo di sacrificio, attento a tutto. E sa coltivare il valore dell’amicizia».
Su Courtois, protagonista assoluto nella finale di Champions League tra Liverpool e Real.
«È alto due metri: ogni volta che fa una parata a terra è come se scendesse cinque piani di scale di corsa. Possiede una grandiosa coordinazione neuromuscolare».
Pintus ha un rapporto straordinario con i giocatori che segue.
«Voglio loro un bene dell’anima, li porto tutti nel cuore. Gente come Vialli, Zola, Nedved, Evra, Chiellini non si dimentica. A volte gioco con i miei bambini e penso a Kroos, a Modric…: mia moglie non la prende sempre benissimo. Mi dice: Antonio, torna da noi».
Quanto sono cambiati i calciatori?
«Oggi hanno quasi tutti la palestra in casa e si allenano anche per conto loro. Sono più preparati di una volta, ma sempre di ragazzi si tratta. E con i ragazzi serve amore».