Nel 2000 valeva 5,5 euro, oggi 0,42. La Gazzetta: l’azionariato diffuso ragiona col cuore e non col portafoglio. Quanto hanno speso finora i Friedkin
La Roma sta per lasciare la Borsa, è arrivato l’ok della Consob. Presto il titolo non sarà più quotato a Piazza Affari.
Scrive la Gazzetta:
Se si pensa che il 23 maggio 2000, quando entrò in Borsa, un’azione della Roma valeva 5,5 euro, mentre ieri alla chiusura del listino era a circa 0,42 euro. Insomma, l’azionariato diffuso ragiona col cuore e non col portafoglio. Proprio per questo la Roma, per cercare di convincere quelli che non vorrebbero separarsi dal proprio pacchettino, oltre a pagare ha promosso delle operazioni di fidelizzazione che faccia restare questi “super tifosi” in qualche modo speciali.
Per uscire dalla Borsa
i proprietari del club sono pronti a investire fino a 27 milioni, ma tutto questo libererà la Roma da una serie di vincoli che chi è quotato in Piazza Affari deve avere, consentendo in prospettiva una serie di risparmi di scala.
Quanto hanno speso finora i Friedkin.
Oltre ai 199 milioni per l’acquisizione, infatti, per la gestione del club i Friedkin hanno investito 370 milioni in appena 22 mesi (di media, quasi 17 milioni al mese), concludendo virtualmente con mesi di anticipo, rispetto al 31 dicembre previsto, quella ricapitalizzazione di 460 milioni iniziata dalla cordata dell’ex presidente Pallotta. Ma i nuovi proprietari non si fermeranno qui perché, per sistemare i conti ancora traballanti – a fine mese le perdite saranno oltre i 150 milioni – sono già pronti a cominciare un nuovo aumento di capitale già il prossimo anno, dando ancora maggiore solidità alla struttura societaria.