Faticano a conciliare la ricerca di competitività con il risanamento dei conti, a maggior ragione dopo Lukaku e Pogba. Dovranno liberarsi degli ingaggi più alti
Le italiane impegnate nelle coppe e il fair play finanziario. Ne scrive Alessandro Giudice per il Corriere dello Sport. Ricorda che
non si potrà spendere più del 70% dei ricavi (biglietteria, sponsor, ricavi commerciali, diritti tv più le plusvalenze da player trading) in spese connesse alla gestione della rosa: monte stipendi più costo per ammortamenti.
Una norma che di fatto favorisce i club della Premier League che hanno fatturati maggiori.
Club come Juve, Inter, Roma chiuderanno il 2021/22 con perdite pesanti, probabilmente oltre i 100 milioni aggiunti ai deficit mostruosi degli stessi club nel biennio passato. Tecnicamente sono già in violazione del FFP (l’Inter ha annunciato la richiesta di un settlement agreement). Questi club faticano a conciliare la ricerca di competitività con il risanamento dei conti: l’Inter ha presente l’esigenza di trovare sostenibilità economica ma i costi continuano a salire. Lukaku comporterà altri 20 milioni (come minimo) di costi aggiuntivi e così Pogba per la Juve dopo l’investimento clamoroso a gennaio su Vlahovic. Entrambe dovranno vendere o liberarsi, comunque, di ingaggi molto onerosi: non facile, perché il mercato cerca i pezzi più pregiati ma non quelli di cui si vuole disfarsi. Si chiama adverse selection.