Il Psg è una collezione di figurine, senza storia. E in campo si è visto. Non è il completo di Gucci a farti elegante, la vita ti presenta sempre il conto
La vita ha una circolarità alla quale non si può sfuggire. Tutto torna sempre al proprio posto. Per provenienza, per estrazione, per storia, per karma. Ci sono degli avvenimenti che lo dimostrano nitidamente. Potremmo parlare di altissimi profili. Di manifestazioni a cui si è sempre guardato con occhio e postura dei “parvenue”. Come ad esempio vivere un ottavo di Champions come la notte di Natale. Ci limitiamo a parlare di ciò che ci circonda: del Napoli e di Napoli. Nonostante epidemie ormai consunte, che si avviano ad essere debellate con ritardo notevole, il Napoli sta raggiungendo il proprio obiettivo stagionale. Ed è forse questa la migliore notizia di cui possiamo rallegrarci. Nella mediocritas italica, Napoli fa parte dell’élite. Cosa mai successa in passato, escludendo gli anni dell’Avvento.
Il capitano del Napoli poteva essere un’eccezione. Il capitano del Napoli poteva sfuggire alla circolarità della propria vita. Ma con la presunzione dell’immortale ha declinato, per capriccio, un’opportunità unica. Un figlio della provincia come lui gli aveva aperto le porte del futuro. Un futuro che per lui poteva essere ben diverso, se avesse dato ascolto al pensionato. Una seconda vita da seconda punta avrebbe fatto comodo al Napoli attuale. Ed alla sua carriera. Invece ha deciso che i cerchi con il bicchiere gli venivano talmente bene che il mondo del calcio non avrebbe potuto fare a meno della sua arte. Il purgatorio canadese ben retribuito è una pena più che accettabile per un superbo. Rimarranno per sempre su di lui le stimmate del “10” della Nazionale che ha saltato un mondiale e mezzo. Il bollito ha lasciato tutti ed è tornato dove gli compete. Nell’Olimpo del calcio.
Re Carlo è rimasto sempre placido e sereno, anche nella tempesta più pericolosa, come un vero comandante che ne ha viste tante. Al massimo un sopracciglio più alto dell’altro, a segnalare burrasca, ma nulla più. È tornato dove gli compete, dopo aver provato inutilmente a rianimare qualcosa che non voleva essere rianimato. Giubilato da insulti e sberleffi ignoranti, di quelli che amano le acque melmose dell’inciucio e del sentito dire. Perché calcio vero da queste parte se n’è visto pochissimo. Oggi non celebriamo una vittoria che non ci appartiene. Celebriamo la cecità di un ambiente che rimane sempre uguale a se stesso, e che per ogni propria incapacità ha sempre un colpevole da accusare. Una volta il presidente, un volta l’allenatore, una volta l’albitro (non è un errore di battitura), senza mai analizzare se stessi.
Ad analizzare innanzitutto i propri desideri. In tanti hanno sempre sognato un collezionista di figurine panini al posto del presidente De Laurentiis. Ed è quello che abbiamo visto ieri sera nel campo francese. Una collezione di campioni, un dream-team del fantallenatore. Uno squadrone da Fifa 2022 che vince nell’e-gaming. Ma che alla prova della realtà si scioglie da sempre quando le cose cominciano a farsi serie. Non per nulla Verratti ed Insigne sono grandi amici. Il Psg è una squadra senza retaggio, cosa che abbonda in campo blancos. Sono le eredità e le capacità di metterle in campo le vere “differenze sociali” tra squadre senza storia, o con storia trascurabile, e squadre pregne di retaggio culturale al successo. Non è solo il completo di Gucci a farti elegante. Non è solo l’auto a farti ricco. Se non hai cultura, e non hai storia, cercherai sempre di sfuggire, inutilmente, alla circolarità della tua vita, e tornerai da dove sei venuto.