A loro resterebbe il 45%, padre e figlio sempre presidente e ad. “Resteranno i garanti dell’identificazione molto speciale fra l’Atalanta e Bergamo”
I Percassi vendono l’Atalanta per renderla più forte e per consolidare il loro rapporto con Bergamo. Questa è la tesi della Gazzetta, una tesi che sembra un voler indorare la pillola. Oggi si punta molto sull’orgoglio bergamasco e sull’attaccamento dei Percassi al territorio. Ma allora non si capisce perché vendano. O meglio, si capisce fin troppo bene. Del resto in città i commenti non sono stati certo positivi, come riporta il Corriere della Sera.
I Percassi cederebbero il 55% delle quote dell’Atalanta. A loro
resterà il 45% del pacchetto: e questa è la prova più eloquente di come l’anima bergamasca sarà ancora prevalente e motivata a progettare un domani sempre più ambizioso. I nuovi soci per primi hanno compreso che il miracolo atalantino non va snaturato.
L’Atalanta è stata valutata tra i 400 e i 500 milioni.
Sono gli asset del centro sportivo di Zingonia e del Gewiss Stadium a far lievitare i termini dell’operazione.
Su chi acquisterà il 55% delle quote societarie c’è ancora un velo di mistero, ma vari indizi portano ad almeno tre imprenditori, legati al fondo statunitense Bain Capital, che però investiranno in prima persona nell’acquisizione delle quote dell’Atalanta. Da escludere dunque operazioni speculative da collegare al fondo.
La Gazzetta la mette così:
La volontà che ha guidato i Percassi in questa trattativa è quella di rinforzare ulteriormente la società, consolidando e alimentando il percorso di crescita avviato in questi anni. Per questo, nell’interesse del club, è previsto che continuino ad averne la piena gestione: la loro permanenza è stata una conditio sine qua non che ha ispirato tutta la trattativa. Antonio resterà presidente, Luca continuerà ad essere l’amministratore delegato ed entrambi saranno ancora gli azionisti di riferimento. Ma soprattutto i garanti dell’identificazione molto speciale fra l’Atalanta, anzi la Dea, e Bergamo: da intendersi, tanto più quando si parla di calcio, come tutto il territorio bergamasco, unito alla squadra da un legame storicamente strettissimo.