Su Repubblica. Porta a spasso quella maglia totemica come fosse un alano. Torna, sgobba, stoppa il pallone e sventaglia ai lati come faceva il francese
Su Repubblica, Maurizio Crosetti elogia la prima in bianconero di Dusan Vlahovic.
“Quant’è antico, questo nuovissimo centravanti”.
Mancava uno così nell’area della Juventus.
“Se la divinità Ronaldo aveva impiegato 320 minuti per incarnarsi nel primo gol bianconero — e Higuain 8 — il ragazzo Dusan segna dopo 12 minuti e 26 secondi, quando la partita è ancora fresca come un uovo, al sesto pallone toccato, e prima aveva già fatto sfrigolare i guanti di Montipò. Chiuderà con 43 giocate, di cui 10 in area, e 5 tiri, di cui 4 in porta. A disposizione della rimonta in campionato e della Champions: serbo vostro”.
E ancora:
“ha il coraggio di portare a spasso quella maglia totemica come se fosse un alano: sono gli altri, semmai, ad averne paura, non il ragazzo che si mette lungamente a posto i capelli con le mani, lisciandoli bene, poi si getta senza indugio nella tonnara”.
Soprattutto, quando la Juve tende ad allungarsi, Vlahovic torna ad aiutare.
“La Juve tende un poco ad allungarsi, ma Vlahovic sa tornare e sgobbare, stoppando il pallone ariosamente, anche con il petto e talvolta col tacco oltre che naturalmente con la capoccia, per poi sventagliare ai lati come faceva Trezeguet, senza che l’accostamento sembri esagerato, per ora è un augurio. Gesto che dà molto respiro alla manovra, e la sostanza è una Juve che torna a tirare in porta”.