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La non punizione di Ounas è il nuovo paltò di Napoleone

Una inutile punizione, a partita finita, è diventata per la tifoseria napoletana un nuovo largo dei Bastioni di Orione, un nuovo Aleph: segna un prima e un dopo nella storia del mondo

La non punizione di Ounas è il nuovo paltò di Napoleone

È accaduto come ne “I Blues Brothers”, d’improvviso John Belushi ha visto la luce, ha gridato forte: «Elwood, ho visto la luce». Non c’era James Brown sul palco. C’era Adam Ounas a quaranta metri dalla porta dell’Inter che doveva battere la più inutile delle punizioni mentre il tempo stava scadendo e Napoli-Inter era ormai finita con un pareggio sacrosanto. Perché, lo diciamo qui en passant, in campo c’è anche l’avversario che oppone una forza contraria alla tua e ci crede quanto te. E ricordiamo che al momento il Napoli è a due punti dalla prima in classifica e a più sette sulla quarta (la Juve) e più nove sulla quinta (l’Atalanta che deve recuperare una partita). Perdonateci per questa provocatoria digressione, non lo faremo più.

Torniamo al 94esimo e alla non punizione che nell’immaginario dei tifosi del Napoli ha acquisito un significato che minuto dopo minuto è progressivamente cresciuto, fino a sfuggire letteralmente di mano. Dal banale “avremmo potuto vincere la partita” a “in quella punizione non calciata è iscritto il carattere di una squadra, macché di una città”. C’è chi, in quella non punizione di Ounas, ha trovato il quarto segreto di Fatima. O la risposta al fratello di Rino Gaetano che è figlio unico perché non credeva che nell’amaro benedettino ci fosse il segreto della felicità. C’è chi giura di aver visto – in quella non punizione di Ounas – uscire dal bagno il fratello di Massimo Troisi in “Ricomincio da tre”.

La situazione è completamente sfuggita di mano. Dal Medio Oriente un egittologo di chiara fama ha dichiarato che la non punizione di Ounas rimette in discussione le scoperte avvenute con la stele di Rosetta. E dal Regno Unito c’è chi ha alzato la mano e ha chiesto di rianalizzare gli studi di Turing.

Siamo di fronte a un nuovo largo dei Bastioni di Orione. Pare che prima della non punizione Spalletti abbia parlato fitto fitto con Ounas e gli abbia chiesto di ricavarci un chilo e mezzo di spaghetti (preferibilmente non pasta grossa); una bella buatta di pomodoro, un chilo di salsiccia (ma non quella stantia, già fatta), una bella padellata di uova in padelle (dieci uova, mi raccomando Adam: assicurati che siano fresche, tu le agiti, se sono fresche te le pigli, sennò desisti); mezzo chilo di mozzarella di Aversa, mi raccomando: assicurati che sia fresca, tu la strizzi: se esce il latte, te la prendi sennò desisti); poi Adam ti fai dare cinque lire in contanti e vai dal vinaio e ti fai dare due litri di Gragnano frizzante: mi raccomando, Adam, assicurati che sia frizzante; e poi, tornando, Adam, prendi due sigari, uno per te e uno per me. Tutto nella non punizione di Ounas: un nuovo paltò di Napoleone.

Altri, più acculturati, hanno rivisto nella non punizione di Ounas l’Aleph di Borges. Pare che non siano pochi coloro i quali nella non punizione abbiano visto:

Il popoloso mare, vidi l’alba e la sera, vidi le moltitudini d’America, vidi un’argentea ragnatela al centro d’una nera piramide, vidi un labirinto spezzato (era Londra), vidi infiniti occhi vicini che si fissavano in me come in uno specchio, vidi tutti gli specchi del pianeta e nessuno mi rifletté, vidi in un cortile interno di via Soler le stesse mattonelle che trent’anni prima avevo visto nell’andito di una casa di Fray Bentos, vidi grappoli, neve, tabacco, vene di metallo, vapor d’acqua, vidi convessi deserti equatoriali e ciascuno dei loro granelli di sabbia (…) vidi la circolazione del mio oscuro sangue, vidi il meccanismo dell’amore e la modificazione della morte, vidi l’Aleph, da tutti i punti, vidi nell’Aleph la terra e nella terra di nuovo l’Aleph e nell’Aleph la terra, vidi il mio volto e le mie viscere, vidi il tuo volto, e provai vertigini e piansi, poiché i miei occhi avevano visto l’oggetto segreto e supposto, il cui nome usurpano gli uomini, ma che nessun uomo ha contemplato: l’inconcepibile universo.

Tutto questo nella non punizione di Ounas.

Ieri sera, a Fuorigrotta, si è assistito a un fenomeno che ha invertito il senso della storia. E ancora una volta l’epicentro della rivoluzione cosmogonica è stato Napoli.

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