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Mahut, il doppista lasciato solo dal no-vax: «Herbert mette a rischio la sua carriera, io giocherò con Martin»

A L’Equipe: “Io mi sono vaccinato, ma non lo giudico. Solo che per un tennista una decisione del genere mette a rischio la carriera”

Mahut, il doppista lasciato solo dal no-vax: «Herbert mette a rischio la sua carriera, io giocherò con Martin»

Pierre-Hugues Herbert è il primo tennista no-vax ufficialmente escluso dagli Australian Open per il suo rifiuto alla vaccinazione per il Covid. Ma Herbert è un doppista, ha appena vinto le Atp Finals in coppia con Mahut. E questa sua decisione ha effetti anche sul suo compagno. Il quale, intervistato da L’Equipe, in verità, non fa una  piega: “Per l’Australia è semplice: farò coppia con Fabrice Martin, 27esimo al mondo in doppio. Stava cercando un partner. Abbiamo già giocato insieme ad Anversa, dove abbiamo vinto il torneo. Se non gioco con Pierre-Hugues, voglio un partner con cui funzioni in campo e soprattutto con il quale sono sicuro di divertirmi. Fabrice soddisfa tutte le aspettative. Non voglio andare a giocare alla fine del mondo, lontano dalla mia famiglia, per stare con qualcuno con cui non vado d’accordo. Il resto non lo so. Forse giocheremo un torneo indoor con Pierre-Hugues a febbraio. Per Indian Wells e Miami, dipenderà dalle condizioni sui  vaccini. Ma non riesco a immaginare che Pierre-Hugues salti gli Australian Open e poi rinunci alle sue profonde convinzioni per andare a giocare a Indian Wells e Miami. Di tutto questo parleremo nei prossimi giorni”.

Mahut dice che la decisione di Herbert viene da lontano: “Aveva già iniziato a rifletterci durante l’ultimo US Open. Me ne ha parlato in occasione del torneo di Anversa in ottobre. Non vuole farsi vaccinare, almeno fino ad ora, e misura le conseguenze della sua decisione. Sa bene che questo potrebbe complicare la sua stagione. Non sono dalla parte di chi giudica e dice cosa è buono o cosa è cattivo. Rispetto la sua decisione. Non ho fatto la stessa scelta, mi sono vaccinato molto presto, ma lo capisco. È una scelta personale. Probabilmente con me Pierre-Hugues ne parla meno. È un argomento delicato. Non voglio entrare in una polemica. Mi dico solo che è una posizione non facile da mantenere quando sei un tennista. Non so fino a che punto manterrà ferme le sue convinzioni. Fino a che punto questa cosa rischia di indebolirlo e di impedirgli di svolgere il suo lavoro. Dire che mi rifiuto di andare a giocare in Cina per sostenere Peng Shuai, è facile. Non influisce sulla mia stagione. Lui invece la sta mettendo in pericolo”.

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