Il Napoli ha approfittato di 10 minuti di black-out del Sassuolo. Poi, tre infortuni (Insigne, Fabian e Koulibaly) hanno inciso, ma non è solo quello. Espulso Spalletti
È andata come l’anno scorso, ma a ruoli invertiti. Il Napoli ha avuto anche la partita in pugno (sul 2-0, non prima), è stato avanti di due gol ma il Sassuolo non ha rubato nulla. La squadra di casa ha pagato a caro prezzo un’amnesia di dieci minuti a inizio ripresa. Dopodiché è tornato a giocare in modo intelligente. Mentre nel Napoli hanno ceduto i muscoli del capitano (Insigne) del vicecapitano (Koulibaly) e quelli di Fabian. Sono usciti tutti e tre per infortunio. Va aggiunto il malanno muscolare ad Anguissa ed altri sparsi qua e là. Poteva andare anche peggio, visto che in pieno recupero è stato annullato il 3-2 del Sassuolo di Defrel per fallo di Berardi su Rrahmani impegnato nella diabolica costruzione da dietro. Il fallo c’era. Pochi secondi prima, Spalletti è stato espulso dopo il pareggio del Sassuolo all’89esimo. Nel complesso, è stata una prestazione dimenticabile. Napoli troppo orizzontale nel primo tempo. Cinico a inizio ripresa. Ma mai veramente padrone della partita. Mentre il Sassuolo si è rivelata formazione meno ideologizzata del previsto. Ha pagato a caro prezzo le sue ricadute ma gioca in maniera intelligente e pimpante, Ci ha ricordati – fatte le debite proporzioni – l’Italia di Bearzot a Argentina 78.
Il Napoli resta da solo primo in classifica ma è una partita che molto probabilmente lascerà qualche strascico. Subire il pareggio all’89esimo, dopo essere stati avanti di due gol, di certo provocherà qualche turbamento e aprirà la strada a qualche domanda. È una partita difficile da decifrare. Il Napoli non ci è piaciuto, è tornato orizzontale. A inizio ripresa ha poi capitalizzato i dieci minuti di autolesionismo del Sassuolo che fin lì, però, si era dimostrato molto intelligente. Poi, un po’ il gol d’autore di Scamacca, un po’ gli infortuni in serie, fatto sta che il Napoli ha allentato la morsa d’acciaio, anche nervosa, e ha subito gol di testa da Ferrari.
Dopo un primo tempo bruttino, la partita sembrava che fosse girata all’inizio del secondo tempo grazie alla costruzione dal basso. Proprio quando stavamo apprezzando la duttilità e l’intelligenza di Dionisi, il Sassuolo – in avvio di ripresa – è ricaduto in un errore che è la specialità della casa: l’uscita da dietro con i passaggi rasoterra, come se si fosse a una dimostrazione di figura delle arti marziali. Traoré ha giochicchiato con Ferrari, Mertens ha rovinato il saggio e si è prodotto in un ovvio intercetto, il pallone è arrivato a Zielinski che lo ha appoggiato, rasoterra, al centro per Fabian che dal limite dell’area ha seccato Consigli sul suo palo. Un colpo solo, come il Michael del Cacciatore. Lì è girata la partita. Lì il Napoli sembrava averla vinta.
All’estetica non si comanda. Così pare. E il Napoli, all’improvviso, sembrava essere diventata una squadra pragmatica. Dopo un primo tempo così così, Spalletti ha provato a prendere le contromisure lasciando nello spogliatoio Insigne (problema fisico) e mandando in campo Elmas. Dopo il gol di Fabian, la squadra di Dionisi ha sbandato e il Napoli l’ha castigata con Mertens. Ancora una volta su assist di Zielinski. Però gli azzurri – in rosso – non hanno mai offerto la sensazione di poter controllare la gara. I gol subiti non sono stati casuali.
Nel primo tempo il Napoli non ci aveva per nulla entusiasmato. Un pensiero si era fatto largo sugli altri: ingannevole è la Lazio più di ogni cosa. Il 4-0 alla agonica formazione di Sarri aveva lasciato immaginare che chissà quale ostacolo gli azzurri avessero superato con disarmante felicità. Sono invece bastati pochi secondi di Sassuolo-Napoli per capire che stavolta Spalletti e i suoi avrebbero avuto di fronte un avversario reattivo. Perché Dionisi – tecnico intelligente, duttile e contemporaneo, con qualche ricaduta – non ha lasciato che Lobotka si trasformasse in un incrocio tra Modric e Giresse. Gli ha piazzato subito addosso Frattesi e il Napoli ha perso un tempo di gioco rispetto alla giostra laziale. Anche Maxime Lopez e Traoré hanno avuto il compito di togliere quanto più ossigeno possibile a Fabian e Zielinski. Il Sassuolo ha avuto un comportamento rivoluzionario: ha preferito il risultato al calcio fine a sé stesso. E Spalletti ha dovuto fare i conti con questa nuova realtà, tenendo presente che senza Osimhen e con Mertens il Napoli ha dovuto rinunciare alla propria verticalità. Si è rivista la squadra orizzontale che tanto piace a buona parte del pubblico di Napoli ma che francamente speravamo facesse definitivamente parte del passato.
Come detto, a tratti, esagerando (ne siamo consapevoli), il Sassuolo ci ha ricordato l’Italia di Argentina 78, ovviamente decisamente meno forte. È un’immagine per dare l’idea di una formazione che nel primo tempo non ha mai spento il cervello. I tre davanti – Scamacca Berardi e Raspadori – hanno svolto un oneroso lavoro di raccordo. Ovviamente il Napoli è più forte, quindi ha avuto più occasioni. Ma nemmeno il doppio vantaggio è bastato. Il Napoli stasera non ha avuto la forza di congelare la partita. Forse su questo si dovrà riflettere.