Calcio e Finanza ha calcolato quanto hanno ricavato i bianconeri dalle operazione oggetto di inchiesta delle procure: incidono fino al 30%
Mentre ogni giorno dalle procure arriva una carta in più, un rivolo in più dell’inchiesta sulle plusvalenze che vede la Juventus al centro di un uragano, Calcio e Finanza prova a dare una misura allo “scandalo”. E fa il riepilogo, con buona approssimazione, del volume di affari sviluppato dai bianconeri grazie al maquillage finanziario.
I “proventi da gestione diritti dei calciatori”, (di cui Calcio e Finanza calcola solo le plusvalenze, senza ad esempio i ricavi da prestiti) sono passati dall’avere un impatto inferiore al 10% fino alla stagione 2015/16, per poi crescere e attestarsi tra il 20 e il 30% fino alla stagione 2019/20. Le plusvalenze – scrive – sono una delle voci preponderanti tra i ricavi della Juventus.
Sui numeri assoluti il picco massimo si è registrato nella stagione 2019/20: ricavi da gestione dei diritti calciatori pari a 172 milioni di euro, di cui ben 166 milioni di sole plusvalenze.
“Nel complesso, a fronte di un fatturato che ha superato i 4 miliardi di euro nelle ultime dieci stagioni (quasi 4,2 miliardi di euro per la precisione), i ricavi da plusvalenze ammontano invece a 671 milioni di euro, con un peso medio sui ricavi pari al 15,65%”.
Calcio e Finanza fa anche la top ten delle più lucrose plusvalenze Juve degli ultimi anni. In testa c’è per distacco Pogba al Manchester United, con ben 96,511 milioni di euro messi a bilancio. Seguono Pjanic (2019/20, 43,722 milioni di euro) Bonucci (2017/18, 38,248 milioni), Vidal (2015/16, 30,986 milioni) e via così, fino a Audero (2018-19, 18,993 milioni di euro.
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