È stato divorato dalla tensione: è la legge dello sport e della vita. Non ha preso la solita rincorsa. Non era sicuro di sé. Non ha fatto il saltino
“Quand’o mare è calmo, ogni strunz è marenaro”. È un detto che spiega perfettamente che cosa sia la tensione agonistica. Quale galassia di differenza ci sia tra calciare un rigore che più o meno non conta niente, e uno decisivo che porterebbe tifosi e media ad accendere i riflettori su di te. È la legge dello sport e della vita. Nulla è uguale. Mai. La differenza la fa la capacità di ripetere il gesto quando qualsiasi altro tremerebbe al solo pensiero.
E ora, ben lungi dal gettare la croce addosso al povero Jorginho, ci limitiamo a prendere atto che la cronaca questa sera ha mostrato che oltre un certo limite Jorginho non può andare. E che, probabilmente il regista ex Napoli è andato ben oltre i propri confini e quindi è stato bravissimo.
Al 90esimo di Itali-Svizzera, sull’1-1, ha avuto il coraggio di presentarsi sul dischetto. Aveva sbagliato all’andata. Aveva sbagliato anche nella finale contro l’Inghilterra. Non ha preso la solita rincorsa. Non era sicuro di sé. Non ha fatto il saltino. Ha eseguito una banalissima rincorsa, per lui persino inconsueta, ha calciato a incrociare e ha tirato alto. Forse non lo avevamo mai visto calciare alto un rigore. Ha tirato alla Higuain. Evidentemente si sentiva come lui.
JORGINHO HITS THE PENALTY HIGH!
90′ Italy 1-1 Switzerland#WCQ #Jorginho #ITASUI
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— Ronald Morgan (@ronaldmorgan_) November 12, 2021